Zelensky ordina la resa dell’acciaieria Azovstal: “Abbiamo bisogno di eroi vivi”. Stop ai combattimenti e via all’evacuazione. L’annuncio del comandante del battaglione Azov Prokopenko in un video sui social: “Per salvare vite, la guarnigione sta attuando la decisione approvata dal comando supremo“. Poche ore prima Mosca aveva annunciato un corridoio umanitario per i feriti in corso uno scambio di prigionieri.
La resa di Azovstal
I miliziani di Azov barricati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, iniziano ad arrendersi. Circa in 300 hanno lasciato la struttura.
Secondo quanto annunciato con un videomessaggio dalla vice ministra ucraina della Difesa Ganna Malyar “il 16 maggio, 53 feriti gravi sono stati evacuati dall’Azovstal verso Novoazovsk per ricevere assitenza medica e 211 altri sono stati trasportati a Olenivka attraverso un corridoio umanitario”. L’esponente del governo di Kiev ha aggiunto che successivamente ci sarà uno scambio.
L’operazione segna di fatto la resa dei difensori dell’acciaieria e segna la completa caduta in mano russa di Mariupol, semidistrutta dai bombardamenti e stremata da un lungo assedio.
Mariupol e il corridoio verso la Crimea
Secondo le stime russe, il raggruppamento del battaglione Azov a difesa di Mariupol inizialmente era composto da 20.000 soldati e ufficiali, secondo le stime ucraine, fino a 14.500 soldati e ufficiali. Al 16 maggio erano rimaste 2227 persone e circa 8500 entro la metà di marzo dopo il completamento dell’accerchiamento della città.
Con la resa dell’ultima sacca di resistenza Mariupol cesserà la funzione di fattore operativo e diventerà una città nelle retrovie. Le forze russe intorno all’acciaieria saranno dislocate o in altre direzioni dopo il riposo e il raggruppamento.
Sul piano logistico la presa di Mariupol significherà la formazione di un corridoio terrestre verso la Crimea e l’attivazione della comunicazione stradale e ferroviaria nella zona per non parlare della funzione del porto che la Russia in un modo o nell’altro avrà l’opportunità di mostrare come una vittoria mediatica di alto profilo con il Mar d’Azov che potrà essere considerato “il mare interno della Russia”.
Secondo l’esperto militare russo Viktor Litovkin, in un commento su Izvestiya: “La resa dei resti della guarnigione di Mariupol è in qualche modo simile alla resa di Paulus nel seminterrato del grande magazzino di Stalingrado”.
Zelensky: I nostri eroi ci servono vivi
“I nostri eroi ci servono vivi” ha detto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando “i militari delle forze armate ucraine, dell’intelligence, della squadra dei negoziati, del Comitato internazionale della Croce Rossa, e dell’Onu”. “E’ iniziata l’operazione per far tornare i nostri militari a casa. E’ un lavoro che richiede attenzione e tempi lunghi” aggiunge, spiegando che “continua la massima attività diplomatica in tutte le aree del Paese”.
Ucraina, Sergiy Gaidai: attacco russo respinto a Severodonetsk
Le Forze armate ucraine hanno respinto l’attacco dell’esercito russo in direzione degli insediamenti di Hirske, Zolote e nel villaggio di Syrotine vicino alla città orientale di Severodonetsk, dove le truppe di Mosca sono state costrette a ritirarsi con pesanti perdite.
Lo ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk Sergiy Gaidai. “I bombardamenti di artiglieria hanno causato danni a nove case a Hirske e sei a Zolote. Assaltando la comunità di Hirske, i russi sono stati costretti a ritirarsi, come nella zona di Syrotine, vicino a Severodonetsk. Le perdite del nemico sono numerose”, ha affermato Gaidai aggiungendo che ieri sono stati respinti undici attacchi russi in prima linea. “Sono stati distrutti il sistema missilistico antiaereo Tor, cinque carri armati, sei sistemi di artiglieria (di cui tre Mlrs), 12 unità di veicoli corazzati da combattimento, un veicolo“, ha dichiarato il capo dell’amministrazione militare regionale.
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