La strage di Uvalde, in Texas, è la più grave sparatoria in una scuola dal massacro di Sandy Hook nel 2012. Una nuova tragedia che va ad allungare la scia di sangue negli Stati Uniti e riaccende il dibattito sulle armi.
Il governatore repubblicano Greg Abbott, tra i possibili candidati presidenziali nel 2024, è finito velocemente sotto accusa per aver firmato lo scorso anno una legge che ha fatto tornare il suo stato all’epoca del Far West.
Strage di Uvalde, Greg Abbott sotto accusa
Due anni fa il governatore del Texas disse: “Più armi ai texani!“, perché se il tuo vicino possiede un Uzi, tu non puoi sfigurare. E allora via con il mercato libero che più libero non si può.
È anche questione di status: chi ha soldi si compra le armi più potenti e alla moda, e poi via tutti a sparare la domenica pomeriggio, dopo il barbecue. Se ciascuno ti può sparare allora un ferro in tasca può farti sentire più sicuro. Vuoi mettere? E vuoi mettere il 2° emendamento e uno storicamente malinteso concetto di libertà?
Eppure basterebbe un ragionamento accessibile a un QI non particolarmente alto: se tutti sono armati, me compreso, ciascuno non è più sicuro, ma meno sicuro, poiché la sicurezza è in proporzione inversa alla quantità di armi circolanti. Sai, così forse 600 bambini – 600 – morti ammazzati da colpi d’arma da fuoco, sarebbero ancora qui.
Ma comprendo che il concetto di proporzione inversa è difficile. Allora ti viene da pensare che forse i test INVALSI li dovrebbero fare in Texas. A iniziare dal governatore.
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