Eserciti che abbandonano insepolti i propri cadaveri sulle strade, le cariche della polizia sulla bara di una giornalista. Forse è davvero l’ultimo gradino, la violenza sui morti…
La violenza sui morti
Non siamo più abituati a scorgere nei fatti i simboli di ciò che è e sarà. Sennò capiremmo. Che l’antica violenza d’Europa, che si abbatte sul capro espiatorio, di una vita fragile, della vita dei deboli, dei disabili, degli ebrei, aveva visto in Auschwitz il suo approdo.
Che questo potere basato sulla morte lasciava a un certo punto il campo a quello sulla vita, che promuove la vita, ma che non può fare a meno di un’Hiroshima, potere democratico, liberale, progressista, ciò nonostante in grado di azzerare la vita quale che sia – egualitariamente, civili e militari, abili e disabili, nessun rilievo etnico o castale – in pochi istanti.
Dalla violenza dello sterminio, su intere popolazioni e categorie di esseri umani, alla violenza dei liberatori, che inaugura il dominio di tecnologia e progresso, che guarda al futuro, che fonda un mondo nuovo, che promuove unità del globo nel nome della “guerra giusta” degli alleati a mezzo bombardamenti sui civili.
Che poi è quella che ora non fa altro che ripetere, imitare Putin (anche nella lingua, nelle motivazioni, col suo “denazificare”, che non solo richiama la liberazione ma anche W. Bush contro i nazislamici).
Mi chiedo ora quale salto di qualità si stia compiendo: coi cadaveri abbandonati dei propri commilitoni, con le cariche della polizia sulla bara di una giornalista. Forse è davvero l’ultimo gradino, la violenza contro i morti, la paura dei morti, l’accanimento sui cadaveri, dopo che in nome dell’emergenza si sono sacrificati addirittura i funerali, dunque la possibilità del rito e dell’addio ai morti.
Qualcosa che va forse oltre gli episodi di cannibalismo del passato e pure oltre le fosse comuni. Eppure è qualcosa che forse ci riporta a un che di ancestrale. Qualcosa che deve aver preceduto la grande civiltà, l’unica possibile, del culto dei morti.

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Venerdì 13 Maggio 2022, a Gerusalemme est, le forze di occupazione israeliane hanno attaccato la folla intenta a trasportare in chiesa la bara della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, uccisa mercoledì mentre documentava un’operazione militare israeliana.
Al Jazeera ha pubblicato diversi video che mostrano l’attacco, scrivendo che i militari israeliani hanno arrestato alcuni partecipanti alla cerimonia perché portavano una bandiera palestinese e hanno provato a impedire alle persone musulmane di entrare in chiesa.
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