Il noto esponente del Carroccio, il leghista Borghi, durante una discussione su twitter ha affermato che il suo stipendio da parlamentare non è pagato da tutti ma solo da chi lo ha votato. E per dare valore alla tesi ha mostrato anche uno schema fatto di sua mano.
Il leghista Borghi e lo stipendio pagato alla romana
Il deputato leghista Claudio Borghi, tra gli economisti di riferimento del Carroccio, già Presidente della 5ª Commissione Bilancio della Camera dei deputati, con invidiabile puntualità è incappato in una nuova controversa performance sui social.
In passato aveva già suscitato perplessità (è un eufemismo) per alcune sortite sui generis, come quando lo scorso novembre si era lanciato in una singolare interpretazione della Costituzione, scoprendo che gli articoli si leggono come una classifica, quindi la salute è al 32° posto e il lavoro è sul podio.
Oppure quando aveva invitato i giornalisti a chiedere alle persone Lgbt se erano sieropositive, invece di chiedere ai politici se erano vaccinati.
Stavolta Borghi si è cimentato nella materia dove è più ferrato, l’economia, illustrandoci la sua teoria: lo stipendio da parlamentare che percepisce non è pagato da tutti i contribuenti ma solo da chi lo ha votato.
Il tutto è nato dalle risposte polemiche di alcuni utenti su un classico post da leghista tout court di Borghi in cui accostava gli sbarchi dei migranti alle normative sul distanziamento sociale anti covid in Sicilia, tornata zona gialla.
Un utente ha ricordato al leghista che poteva scivere cose simili anche grazie allo stipendio da parlamentare pagato dai contribuenti. Ma ecco che arriva la sorprendente risposta di Borghi:
Ovviamente arrivano immediatamente le risposte degli utenti che fanno notare come la cosa sia impossibile, ma Borghi insiste.
Non contendo, per rimarcare maggiormente il concetto, l’economista del Carroccio ha pubblicato un singolare schema fatto da lui stesso:
Dunque, grazie a Borghi, oggi abbiamo scoperto che gli stipendi di deputati e senatori non sono pagati attraverso le tasse da tutti i contribuenti, ma sono pagati alla romana: ognuno si paga il suo eletto.
Rien à dire, rien à faire…
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