Lino Banfi, Pippo Santonastaso, Greg, Andy Luotto, Andrea Roncato, Gino dei Tretrè: tutti insieme appassionatamente in Vecchie canaglie, operazione nostalgia del cinema di genere italiano.
“Vecchie canaglie” con Lino Banfi e Pippo Santonastaso: il cinema italiano è ancora vivo?
Dichiaro in esergo che l’unico motivo per cui parlo di questo film è il fatto che fra i protagonisti c’è il mio amico Pippo Santonastaso. Per sua intercessione la casa di produzione Orange Media nell’ottobre del 2020 mi ha ospitato per una intera giornata di riprese (e mi ha anche fatto girare una scena, ma il mio cameo è stato tagliato in fase di montaggio e quindi non compaio nel film; come accadde a Kevin Kostner ne “Il grande freddo”, per dire).
Non ero mai stato su un set cinematografico, mi sono divertito come un bambino al luna park e ho potuto vedere quanto lavoro e quanti lavoratori ci sono dietro: ho contato una trentina di persone (oltre al cast) fra truccatrici, sarte, tecnici audio e video, uomini di fatica, autisti, ecc.; il solo riallestimento della scena (il giorno prima avevano girato in una diversa location) ha richiesto un paio d’ore per scaricare i macchinari e riposizionarli.
Insomma tanti giovani e meno giovani che campano di cinema o ci provano, il che mi ha fatto tornare col pensiero a quando l’industria cinematografica italiana sfamava dignitosamente migliaia di famiglie.
Il film è uscito in anteprima a Bologna il 6 maggio, al Nuovo Cinema Nosadella, con la proiezione-evento e il cast in sala. Cinquecento posti quasi tutti occupati, tanta allegria e nell’aria la voglia di lasciarsi alle spalle le restrizioni imposte dalla pandemia.
Com’è il film? Non essendo un critico cinematografico, posso solo raccontarvi che i 100 minuti sono passati veloci (va detto però che avevo in corpo una bottiglia di Lambrusco e una robusta dose di nocino, nel dubbio fate così anche voi).
La regia di Chiara Sani (robustamente coadiuvata dal direttore della fotografia BlascoGiurato) tutto sommato riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore.
Per gli attori si è puntato sui grandi nomi, Lino Banfi, Greg, Andy Luotto, Pippo Santonastaso (il cui nome non compare sulla locandina, sarà mica stato punito per avere fatto delle avances troppo spinte alla regista?), Andrea Roncato, oltre a Federica Cifola, Andrea Santonastaso (figlio di Pippo), Luciano Manzalini, Gino Cogliandro (fu uno dei Trettré), l’irresistibile Albertina Malferrari, Malandrino e Veronica, Gianni Fantoni.
Leggo qua e là pareri entusiastici e stroncature senza appello, e c’è chi parla di cast sprecato. Posizioni esagerate e discussione oziosa, siamo di fronte a un prodotto facile, “per famiglie” si sarebbe detto un tempo, da vedere per passare un po’ di tempo e senza fare la faccia di quelli che guardano solo Wajda e Bunuel (tanto lo so che poi andate a vedere Spider Man, 148 minuti di stolidi effetti speciali e dite pure che vi siete divertiti).
Chiudo segnandovi che il quasi 86enne Pippo Santonastaso ha improvvisato la scena in cui stando in piedi sulla balaustra (a rischio di cadere e sfracellarsi) alza le braccia e sbatte fra loro due padelle sanitarie: grandioso! E non è l’amico che parla, ma l’appassionato di spettacolo.
P.S. Il film ha avuto un contributo dalla Emilia-Romagna Film Commission, che è una società regionale pubblica, io da keynesiano statalista approvo.
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