Esiste ancora il pugilato? È praticamente scomparso dai circuiti televisivi, anche da quelli a pagamento perché non rende quanto gli sport maggiori, ma lontano dalle telecamere ci sono atleti e appassionati, palestre e tifosi, e ci sono ancora gli incontri di cartello, come quello svoltosi al Palasantoro di Roma fra Luigi Mantegna e Felice Moncelli. Il nostro inviato ce lo racconta.
Luigi “DJ Louis” Mantegna perde ai punti contro Felice Moncelli, ma il vero vincitore è lui
Il superwelter Felice Moncelli (21-6-1) , pugliese di Corato che da qualche tempo vive a Ardea e si allena a Pomezia, non combatte da due anni, da quando il 29.2.2020 è stato sconfitto dal francese Bilel Jkitou sul ring del Palais de Sport Marcel Cerdan di Levallois-Perret, a nord di Parigi. Un brutto ko, montante al fegato al termine della prima ripresa e buonanotte.
Il ciociaro Luigi Mantegna (2-94-2) è uno di quei pugili di grande mestiere che vengono chiamati per rimpinguare il record dell’avversario. Può sembrare una cosa poco onorevole, ma non lo è, se lo si fa bene: mica possono essere tutti campioni europei, e poi in questi casi serve gente esperta, che non faccia brutta figura e soprattutto che non si faccia massacrare in malo modo. Mantegna è un professionista vero, questo è il suo 99° match, non si arriva a questi numeri se non si è bravi. Un po’ meno di altri, ma bravi.
Lo avevo già visto QUI e mi aveva divertito molto per il suo senso dello spettacolo. Quindi stasera, dopo il panino con salsiccia senape e peperoni preso al camion bar tradizionalmente antistante al palazzetto (non chiedetemi perché ho fatto un simile miscuglio, quando vado a vedere il pugilato sono felice come un adolescente e come un adolescente mi alimento) e l’immancabile serie di birre, mi siedo per gustarmi lo spettacolo.
Inizia male per Mantegna, perché viene pizzicato alla prima ripresa e va giù. Si riprende, è lucido anche se va subito in debito di fiato, Moncelli lo attacca duramente ma dalla seconda ripresa in poi trova una guardia molto solida, guantoni sulla mascella e gomiti a coprire i fianchi. Mantegna ogni tanto colpisce con buona precisione, ma la potenza è troppo poca per impensierire l’avversario.

Lo vediamo patire qualche momento di difficoltà alle corde, a un certo punto gli si rompe anche la suola della scarpa (incidente non infrequente nel pugilato, si risolve con il nastro adesivo), la pressione di Moncelli limita l’esibizione dei suoi cavalli di battaglia (le traiettorie trasversali per sfuggire all’avversario e il portarsi all’angolo verso la fine del round per farsi trovare pronto a sedersi nell’intervallo, sketch malamente imitato da Moncelli nell’ultimo round).

“Core de ferro”
Il commento migliore lo fa un pugile dilettante che ha combattuto stasera e adesso sta vedendo l’incontro seduto alle mie spalle: “core de ferro”. Sì, perché la boxe richiede coraggio, tanto coraggio prima ancora di forza e tecnica.
Mantegna conclude affannato ma integro le sei riprese e si concede anche per una foto. Non vedo l’ora di assistere al suo 100° incontro!

Cartoline da Salò: un anno marchiato dalle stimmate della pandemia
Leggi anche
- L’Italia canuta tra i grandi vecchi del potere e i giovani delle risse notturne
- Crisi Ucraina, l’incredibile guerra di propaganda contro la Russia
- Se per sentire qualcosa che suoni vagamente di sinistra bisogna aspettare Papa Francesco…
- I testi del Festival di Sanremo 2022? Li ha scritti “il meteo”
- I subparlanti di De Mauro e il flipper della reincarnazione
- L’Italia è tornata l’italietta confindustriale dei giovani invecchiati
- W Grignani, Rossi e quelli che non gliene frega un accidenti
- Cartoline da Salò: il nuovo libro di Alexandro Sabetti