Esiste ancora il pugilato? È praticamente scomparso dai circuiti televisivi, anche da quelli a pagamento perché non rende quanto gli sport maggiori, ma lontano dalle telecamere ci sono atleti e appassionati, palestre e tifosi, e ci sono ancora gli incontri di cartello, come quello che ha visto il rematch Papasidero-Di Carlantonio per il titolo italiano dei superwelter (vacante). Il nostro inviato ce lo racconta.
Papasidero e Di Carlantonio: il titolo italiano dei superwelter si assegna in una palestra di periferia
Organizzatore della serata è la Bellusci Boxe Promotion di Fedele Bellusci, ex campione Intercontinentale Ibf dei pesi Superleggeri. Siamo al PalaSantoro, nome altisonante per una ex palestra scolastica che il Comune di Roma ha concesso al Gruppo Sportivo della Polizia di Stato “Fiamme Oro” e alla Federazione Pugilistica Italiana.
L’impianto comunque non è male anche per ospitare il pubblico, si riesce a farci entrare qualche centinaio di persone e dalla ripida tribuna il ring si vede bene. (Per dire come è ridotta male la boxe, a Roma dobbiamo essere contenti quando la serata si svolge qui).
Il sottoclou: un divertente Circo Barnum con “ciccioni” e clown
Pesi medi: Giovanni Sarchioto (1-0-0) liquida il guardia destra Angel Mario Castillo (Arg, 2-8-0) in meno di due minuti, prima un gancio sinistro d’assaggio e poco dopo un gancio destro chiude l’incontro. L’argentino resta a terra per qualche minuto ma è cosciente, infine si rialza e torna a casa (non deve fare un lungo viaggio, vive a Roma).

Per i pesi massimi si sfidano l’ex rugbista Paolo Alfonso Damiani (2-0-0) e Ricky Gamble (1-0-0), australiano residente in Inghilterra. Dove, a giudicare dalla massa di grasso addominale, probabilmente frequenta più il pub che la palestra. A dispetto di ciò combatte bene, ma è in evidente debito di fiato ben prima della fine del 6° e ultimo round, Damiani vince nettamente ed è d’obbligo citare il sommo poeta:
Col pugno gli percosse l’epa croia
quella sonò come fosse un tamburo.
(Inferno, XXV, 102-103)

I pesi medi Andrea Angelocore (12-1-0) e Luigi Mantegna (2-89-2) danno vita a un incontro vivace, non solo dal punto di vista strettamente sportivo.
Il paffuto ciociaro Mantegna porta sul ring uno stile clownesco (nel senso più nobile del termine), sfoderando un repertorio divertente e originale: volge testa e sguardo da un’altra parte rispetto all’avversario e si muove con strane traiettorie laterali; ogni tanto finge di sbuffare ed ansimare per poi portare un veemente assalto; e -numero d’eccezione- quando mancano i canonici dieci secondi alla fine del round (segnalati da un avviso sonoro della direzione di gara oppure annunciati dall’angolo a voce alta al proprio pugile) si sposta sul ring in modo da trovarsi già al suo angolo quando suona il gong.
Siamo ai limiti del regolamento, ma lo show non è fatto per irridere l’avversario, riesce al massimo -forse- a distrarlo. Piuttosto sembra il frutto di un naturale senso dello spettacolo: suo papà Giuseppe era cantante e batterista in un gruppo musicale, Luigi è dj e animatore col nome di DJ Louis Louis.
A me è piaciuto, mi ha ricordato la scena di Charlot sul ring in “Luci della città” ma interpretata con le movenze dinoccolate e con lo sguardo svagato del miglior Mac Ronay. (Per la cronaca, Angelocore ha vinto ai punti. E comunque, a scanso di equivoci e a dispetto del record di 90 sconfitte da festeggiare stasera, Mantegna è anche un pugile vero che colpisce bene e pesantemente).



Mac Ronay “French Magician” on The Ed Sullivan Show – YouTube
Fra i superwelter Mirko Marchetti (7-2-0) supera ai punti il nicaraguense Lester Cantillano (4-43-0) e Francesco Sarchioto (12-1-0) ha la meglio su Valerio Mazzulla (7-6-2), kot alla fine del 4° round per una ferita vicina all’occhio.
Il titolo italiano vacante dei superwelter: il rematch va a Papasidero
Mirko Di Carlantonio (11-7-1) e Marco Papasidero (9-2-4) si erano già incontrati lo scorso 23 luglio quando il titolo vacante non era stato assegnato a causa di un verdetto di parità.
Anche stavolta i due pugili non si risparmiano e ci fanno vedere un incontro molto combattuto, con Papasidero ferito all’occhio destro sin dal secondo round che mantiene l’iniziativa e Di Carlantonio che contiene bene e contrattacca benissimo. Alla fine il verdetto unanime premia Papasidero con un margine ragionevole (96-94, 96-94, 97-93), Di Carlantonio non sembra convinto ma tutto sommato la decisione non è scandalosa.
Una rivincita sarebbe quasi doverosa dopo un incontro così equilibrato, magari stavolta a casa del pratese neodetentore, ma sappiamo che talora gli organizzatori seguono altre logiche: vedremo.
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