L’effetto è quello di Draghi come Badoglio: il monologo senza voto del premier in Parlamento può essere sintetizzato con la frase tragica del 1943: la guerra continua.
Di Giorgio Cremaschi.

Mario Draghi in Senato durante l’informativa sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino, ha ricordato l’impegno dell’Italia che “continuerà a fare pressione sulla Russia” anche attraverso le sanzioni decise in sede europea, “perchè dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati”. E ancora. “L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra” e “sostiene il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa” in accordo con Ue e alleati. Ma, ci tiene a ripetere ancora una volta, “sarà Ucraina e non altri a decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”.
Draghi come Badoglio
Il monologo senza voto di Draghi in Parlamento può essere sintetizzato con la frase più celebre e tragica di Badoglio nel 1943: la guerra continua.
Naturalmente Draghi non ha detto così, ma questo è ciò che realmente ha detto. Il suo linguaggio è stato quello ipocrita e falso che accompagna questa guerra da tutte le parti.
Operazione militare speciale, Putin ha chiamato questa guerra , ma il fronte opposto non è stato diverso. La guerra della NATO è chiamata sostegno all’Ucraina per la pace, cosî come la resa di Azov evacuazione.
In questo contesto Draghi ha detto che che vuole la pace ma bisogna continuare la “pressione su Mosca”.
Ecco “pressioni su Mosca” è l’ultimo termine per definire l’Italia in guerra. Siamo in guerra con un continuo invio di armi, secretato al Copasir, e con migliaia di soldati a ridosso del campo del battaglia. Siamo in guerra con il vergognoso a aumento delle spese militari.
Questo è ciò che il governo italiano fa in concreto, il resto sono chiacchiere a somma zero. Vogliamo il dialogo con la Russia ma la pace la decide Zelensky, cioè Biden. Questo il nulla politico del discorso di finta pace di Draghi. Ricorda i ma anche di Veltroni e di tutto il trasformismo politico italiano.
Oggi davanti al Parlamento saremo con le parlamentari di Manifesta per dire no alla guerra e all’invio di armi in guerra e anche per smascherare il teatrino della politica italiana dove tutti i principali partiti si distinguono e litigano sulle poltrone, ma poi sono d’accordo nel continuare la guerra ed aumentare le spese militari.
E poi domani saremo in piazza coi lavoratori in lotta contro la guerra ed i costi sociali della guerra. Perché le chiacchiere e i discorsi di Draghi stanno a zero.
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