Alessandro Orsini non potrà più partecipare al programma Cartabianca. Niente più contratto per il professore di Sociologia del terrorismo internazionale.
Son riusciti a fare di Orsini un martire
Ci sono questioni di etica generale che vanno al di la delle proprie convinzioni e del proprio universo culturale di riferimento. Questa premessa è essenziale per entrare nella questione “Orsini“. Il professore di Sociologia del terrorismo internazionale non rientra nella sfera di riferimento delle nostre preferenze culturali, diciamo così.
Nella sua carriera ha scritto un libro sul rapporto tra Gramsci e Turati irricevibile; ha assunto posizioni sui migranti che scavalcano anche quelle leghiste; sui social è tra quelli che usano espressioni come “comunisti col Rolex“.
Ma proprio per questo la crociata intrapresa dalla politica contro le sue posizioni sul conflitto in Ucraina, poco consone alla narrazione del copia e incolla, è gravissima.
“La direzione di Rai 3 – ha annunciato in una nota Viale Mazzini – d’intesa con l’amministratore delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma “Cartabianca” che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione”.
Una decisione che nasce su iniziativa dell’On. Romano (Pd) che ieri, sollecitando un intervento della Rai, scriveva: “Non esiste né può esistere alcuna “par condicio” tra aggredito e aggressore. Ed è assolutamente inaccettabile che le risorse del Servizio Pubblico Radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin”.
Ma nessuno ha qualcosa da dire sulla gravità di un partito di governo che censura una voce critica perché non è d’accordo con la linea seguita (insomma, mica siamo in Russia!)?
E dunque bisogna piegarsi ai “professionisti dell’informazione” e i loro editori. Cioè i soliti noti. Siamo al maccartismo democratico.
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