La connection TikTok e Spotify colpisce ancora: in questi giorni diverse artiste statunitensi e britanniche hanno manifestato la propria insofferenza verso la politica delle proprie etichette discografiche che premono per la creazione di video sui social.
È il caso di Halsey, che denuncia come i suoi discografici le impediscano di pubblicare nuova musica perché nessuno dei suoi contenuti è di recente diventato virale su TikTok. A ruota è arrivata anche la protesta di FKA Twigs.
TikTok e Spotify per un pianeta di musichette
Le case discografiche oramai puntano tutto su TikTok e stanno scaricando gli artisti che non funzionano lì, anche quelli che la massa over 25 ritiene intoccabili.
Siamo nella fase della “dittatura dei bambini” che è una conseguenza del fatto che gli unici, per quanto esigui, proventi solidi arrivano all’industria discografica da Spotify e che un pezzo parte su Spotify solo se lo “streamano” i bambini che sono ossessivi e hanno tanto tempo libero.
L’innesco presso i bambini può partire solo dal livello zero della comunicazione che è TikTok. La cosa grottesca è che il successo di un pezzo viene sancito da un pubblico che non ha potere d’acquisto, non è interessato alla musica, ma all’aspetto ludico dei social e usa account gratuiti, quindi un pubblico che non spende un euro per la musica e ha un valore solo come bersaglio per la pubblicità, quindi quello che si chiede agli artisti è di produrre veicoli per pubblicità indirizzata ai bambini o giù di lì.
Non a caso “Baby Shark” è diventato il più grande successo di tutti i tempi su YouTube senza avere neanche un vero artista a cui riferirsi.
Non si vede alcuna forma di resistenza culturale all’orizzonte, non si leva nessuna voce contro, anche perchè anche le più grandi star di appena ieri sanno che stanno per essere scaricate perchè costano troppo e non rendono più niente.
L’egemonia culturale in questo momento è dell’industria dell’abbigliamento, dei giochi e dei gadget. Non vi sembra che sia una cosa seria? Per me tutto sbagliato, tutto da rifare.
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