Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Il deus ex machina Mario Draghi tra il Recovery Plan e la pandemia, sta pensando a nuove brillanti soluzioni.
Draghi tra il Recovery Plan e la beatitudine
Secondo alcuni fantomatici sondaggi che girano tra i media principali, Mario Draghi sarebbe già in cima al gradimento degli italiani con un clamoroso 71% e saremmo già al Giuseppe Conte chi? Ma parafrasando il Citizen Kane di Orson Wells, è la narrazione politica italiana baby, e non puoi farci niente.
Mario Draghi, l’atteso Salvatore della Patria alle prese con la grande crisi e la pestilenza. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Un po’ deus ex machina, un po’ convitato di pietra. Anche perché lui parla pochissimo. In queste ore è al lavoro preparando l’ultimo giro di consultazioni con la sintesi finale. Supermario ha ascoltato molto e parlato poco: Fidatevi, si è limitato a dire. Occorre un atto di fede davanti al beato Mario.
E bisogna fidarsi, i primi miracoli già sono palesati: il leader del Carroccio, Matteo Salvini ha dato il suo via libera senza porre veti: è disposto a sedersi al tavolo coi grillini, col Pd, con Leu, ha messo mi piace alla pagina di Open Arms, si è fatto fotografare con in mano il libro di Carola Rackete, ha donato il suo stipendio a Mamafrica.
Nicola Zingaretti inizialmente spiazzato, se l’è cavata poi con un ardita metonimia, passando per il paradosso di Zenone di Elea: Non c’è dubbio che è una novità, ma è Salvini che ha dato ragione al Pd, non ci siamo spostati noi.
Sono tutti col devoto Mario: è una personalità molto gradita a Forza Italia: La stima per Mario Draghi è antica, al punto che lo stesso Berlusconi ha più volte rivendicato di averlo voluto fortemente alla guida Bce, parole e musica dal quartier generale di Fi.
Italia Viva è più che entusiasta. Renzi, nemmeno troppo tra le righe, rivendica di essere stato in qualche modo l’artefice dell’arrivo di Draghi.
Per i CinqueStelle vale sempre il loro adagio: uno vale uno. In questo caso va inteso che ognuno la pensa in un modo: l’ala governativa di Di Maio ha dato il via libera dicendo che per la loro storia sono i controllori ideali del Recovery fund. Lo ha detto Vito Crimi: Con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l’attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, trasparenza e nell’interesse dei cittadini.
Il garante, Beppe Grillo, ha dato anche lui il via libera, però vuole che il nuovo governo crei un superministero per la transizione energetica, un ministero per i giovani”; l’inserimento nella Costituzione dei “principi di responsabilità generazionale e ambientale” per lo sviluppo sostenibile; forme di garanzia per i giovani come “corsi di formazione” e “finanziamento per start-up”;
Di Battista invece appena sente nominare Draghi è preso da convulsioni e bava verde.
Draghi tra il Recovery Plan e la Coppa Cobram
L’unico no ufficiale all’angelico Draghi è venuto da Fratelli D’Italia: Giorgia Meloni, morettianamente presa dal comprendere se la si nota di più se dice si, oppure se dice no e se ne sta in disparte, ha optato per il No ma darà comunque una mano.
In realtà la situazione, nelle retrovie è ancora più ingarbugliata per le dinamiche innestate dalla Provvidenza Draghi: Il Pd non vuole perdere l’alleanza giallorossa, in vista delle future elezioni, e i mal di pancia degli alleati non li lasciano tranquilli.
I cespugli dl centrodestra flirtano apertamente col divino, cercando di ritagliarsi uno spazio al di fuori delle ali e contro di esse.
Leu dal canto suo, pensando a un esecutivo che va da Fratoianni a Borghi, l’ha detto: molto difficile sostenere un governo di questo tipo.
In pratica, tutti vogliono Draghi: l’Europa, i mercati, Mattarella, il popolo dei sondaggi, i leader dei partiti… ma forse nessuno vuole il governo Draghi.
Ma mentre la politica parla, si interroga tra calcoli e timori, l’immacolato Mario Draghi continua il suo lavoro di sintesi tenendo conto che in realtà nessuno vuole andare alle urne prima del tempo. Soprattutto a breve, quando ci saranno ben 209 miliardi del Recovery Plan da spendere.
L’ipotesi più probabile a questo punto è che in virtù della sua conclamata magnanimità, col suo sguardo ritto e fiero verso l’Avvenire, Draghi istituirà la prima Coppa Cobram, su gara unica aperta a tutti, modello Ursula.
Ai vincitori sarà concesso l’accesso ai finanziamenti minori e collaterali del Recovery Plan.
Obbligo di partecipazione a tutti i soggetti dell’arco parlamentare. La mancata partecipazione porterà all’immediato trasferimento per gestire la sezione del proprio partito di Perdasdefogu.
Fantozzi contro tutti: La coppa Cobram
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