Ora che la Russia ha varcato i confini ucraini entrando nel Donbass, come reagiranno gli USA? Si limiteranno alle sanzioni?
Donbass, Biden in affanno. Italia non pervenuta
La propaganda 24 ore su 24 sui media mainstream, la voce grossa e i proclami di fermezza delle ultime settimane sono stati infruttuosi.
L’amministrazione Usa è finita in un cul de sac: ai cittadini statunitensi non importa nulla dell’Ucraina, non ne vogliono sapere di una nuova ennesima e costosissima guerra quando ancora non sono usciti da due anni di devastante pandemia. Oltretutto i richiami antirussi sono antistorici e, misteriosamente, attecchiscono ancora solo da noi, per eccesso di zelo atlantista.
La pistola calata da Biden sul tavolo delle trattative era scarica e Putin lo sapeva. Ora non resta – e diciamo anche fortunatamente- che la realpolitik della diplomazia cercando il modo che nessun attore perda la faccia. O che la perda ulteriormente. Sarebbe saggio stabilire che la Nato rinunciasse a espandersi a est magari con qualche escamotage dialettico. Magari parlando di rinvio o di “momentaneo congelamento”.
Il problema è che l’inerzia degli eventi non favorisce la saggezza dalle parti del Pentagono, cosa che non è mai stata forte da quelle parti. Anche perché i medagliati in uniforme si sentiranno in dovere di reagire al forte danno di immagine dopo l’azione militare di Putin.
Nel mezzo c’è l’Europa che non ha alcun interesse a seguire gli americani. Troppi gli interessi economici e geopolitici in comune con la Russia. A parole alzano la voce ma poi mandano Macron in avanscoperta per cercare una via di uscita.
L’Italia poi ha tutto da perderci, come stiamo già vedendo con la crisi energetica che ci sta investendo per i costi ormai insostenibili. Ma lo zelo atlantista della nostra classe politica rasenta ormai la forma materiale dello zerbino all’ingresso delle abitazioni.
Sui tg nazionali intervistano resistenti ucraini con gli stemmi filonazisti come se fosse normale, i fondamentalisti della liberaldemocrazia a senso unico hanno cancellato tutto quello che è accaduto nel post 1989, compreso l’allargamento a Est della NATO fatto tutto a spese dell’ex Urss.
Ma è l’effetto Tafazzi che ci coglie ogni volta che dobbiamo sacrificarci per dire si alle richieste di Washington, come già avvenne per la sciagurata guerra in Libia.
Gli aumenti delle bollette stanno mettendo in ginocchio la nostra economia reale? Lo stiamo facendo per non irritare il nostro caro amico americano.
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