In Italia c’è un governo che oggi fa due guerre: quella alla Russia in obbedienza alla NATO e quella ai propri cittadini con le politiche economiche, in obbedienza a Confindustria.
Di Giorgio Cremaschi.
Le due guerre del governo
Il discorso di Draghi sui condizionatori resterà agli atti come uno dei più stupidi, insensibili e di classe da parte di un governante.
Gli ultimi dati ISTAT ci dicono che la crisi economica dovuta alla guerra e alle sanzioni è arrivata e avanza, che sarà terribile e che tanta gente perderà non solo l’aria condizionata, ma il lavoro, il reddito e tanto altro.
L’inflazione è quasi al 7% mentre salari e pensioni sono fermi al palo, il che vuol dire che a fine anno per le famiglie di lavoratori e pensionati mancherà quasi una mensilità in termini di potere d’acquisto.
Confindustria e Assolombarda hanno però già messo le mani avanti : guai ad aumentare le retribuzioni. I padroni sono arrivati a considerare un ricatto il timido accenno del ministro del lavoro a legare i finanziamenti pubblici al rispetto dei contratti.
Loro devono essere sostenuti dai soldi pubblici , ma liberi, non siamo forse in guerra per la libertà? Del resto sono tranquilli nella loro arroganza, perché il loro leader supremo Draghi ancora una volta metterà a tacere l’inutile Orlando.
Non c’è nei programmi del governo la più piccola redistribuzione del reddito, i ricchi sono tranquilli come non mai ed infatti da essi partono solo elogi per il banchiere che li rappresenta tutti.
Intanto i morti di lavoro si trovano pure dentro gli edifici del ministero degli esteri, mentre l’INAIL ci fa sapere che la strage di lavoratori è ancora in crescita.
Davanti la Caritas la fila dei poveri per il pane, italiani e migranti, è sempre più lunga, ma si aumentano le spese militari.
In Italia c’è un governo che oggi fa due guerre: quella alla Russia e quella ai propri cittadini. La prima con le armi in obbedienza alla NATO, la seconda con le politiche economiche, in obbedienza alla Confindustria, alle banche e dalle multinazionali.
Ecco ora qualcuno mi dirà che sto usando il linguaggio di una volta. È vero, ma è il governo Draghi che ci ha portato indietro, ai governi di guerra e dei padroni di cento anni fa.
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