I Savoia rivogliono i gioielli della corona (valore 300 milioni). Indovinate chi gli ha consentito questa pretesa?
I Savoia rivogliono i gioielli della corona
Gli eredi Savoia meritano solo il lancio di pomodori ovunque si presentino. Altro che gioielli della corona! Non bisognava farli rientrare.
Fortunatamente nel 1946 i partiti della sinistra e antifascisti vinsero il referendum e ci siamo liberati di questa famiglia di parassiti che ha disonorato il nostro paese.
Rifondazione Comunista fu tra i pochi ad aver votato contro la legge del 2002 che ha consentito il ritorno di questi personaggi in Italia cancellando la norma dalla Costituzione.
Fu una delle tante pagine di revisionismo storico condiviso da centrodestra e centrosinistra.
Lo avevamo detto che non c’era da fidarsi delle loro dichiarazioni di fedeltà alla Repubblica.
Questi ingrati hanno la faccia tosta di fare causa alla Repubblica Italiana per chiedere la restituzione dei gioielli.

Lo fanno nel centenario della marcia su Roma che si concluse con la consegna del potere a Mussolini proprio per responsabilità del re che poi fu complice di tutti i crimini del fascismo, in Italia e all’estero, lasciando il nostro paese in macerie.
Possono richiedere i gioielli perchè quella legge sciagurata del 2002 gli ha consentito di rientrare senza dover rinunciare al titolo dinastico e quindi alla loro posizione di pretendenti al trono d’Italia. Non c’era nessun bisogno di cancellare la XIII disposizione finale della Costituzione che poneva questa condizione ai discendenti maschi di casa Savoia.
Questo atto fu a suo tempo richiesto ed ottenuto dall’Austria per il rientro di Otto d’Asburgo.
Nel 2002 è stata avallata la propaganda monarchica che la norma costituzionale costituisse una vendetta personale ormai superata, invece era una saggia norma che consentiva a questi signori di rientrare dichiarandosi normali cittadini.
Purtroppo la seconda repubblica del bipolarismo maggioritario dal 1994 è stata caratterizzata da azzeccagarbugli che hanno gettato nella spazzatura l’eredità della generazione che ha conquistato e costruito la democrazia nel nostro paese.
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