Secondo il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, Kiev pianifica di inviare una forza militare composta da “un milione di uomini” equipaggiati di armi NATO per riconquistare la regione meridionale del paese, occupata dalle forze russe.
Secondo Kiev e varie fonti occidentali l’esercito ucraino starebbe addestrando 1 milione di soldati.
Orbene, basandosi sulle statistiche disponibili (The Military Balance, The Cia World Factbook ecc.) la popolazione dell’Ucraina – considerando la perdita della Crimea nonché di buona parte del Donbass – dovrebbe essere di circa 40 milioni. I giovani maschi (20-29 anni) in età militare dunque sono 2-2,5 milioni e i maschi di età compresa tra 29 e 54 anni sono 7-7,5 milioni (anche se le cifre non sono esatte si tratta di una stima attendibile).
Per i media occidentali l’esercito russo invece avrebbe seri problemi di potenziale umano, benché fonti russe sostengano che vi è comunque una rotazione delle truppe che combattono in prima linea.
In effetti, la Russia non ha ordinato alcuna mobilitazione totale, ma ha adottato il sistema di “arruolamento volontario” per un servizio militare di alcuni mesi. I maschi di età compresa tra 20-29 anni comunque sono circa 7 milioni e i maschi di età compresa tra 29 e 54 anni sono circa 27 milioni.
Ovviamente, si deve pure considerare che non tutti i maschi di età compresa tra 20 e 54 anni sono idonei al servizio militare.
D’altronde, addestrare e armare milioni di soldati richiede uno sforzo logistico gigantesco ed è tanto più difficile se si tiene conto dell’enorme quantità di munizioni, pezzi di ricambio, carburante e materiale bellico di vario genere che oggi occorre ad un esercito per combattere.
Comunque sia, è evidente che il potenziale umano della Russia è di gran lunga superiore a quello dell’Ucraina.
Ci si può chiedere però per quale ragione la Russia non abbia ancora deciso di ordinare una mobilitazione totale. Le ragioni possono essere molteplici e secondo i media occidentali sarebbero soprattutto ragioni di politica interna.
Ma potrebbero anche essere politico-militari, vale a dire che Mosca potrebbe non avere intenzione di combattere una guerra totale di tipo “convenzionale” contro l’Ucraina, nemmeno se l’Ucraina dovesse davvero giungere a disporre di un esercito di un milione di soldati.
In questo caso per la Russia potrebbe essere assai più conveniente, sia sotto il profilo politico sia sotto il profilo economico e militare, impiegare delle armi nucleari tattiche per annientare la macchina militare ucraina, senza dovere subire gravi perdite di uomini.
Peraltro, l’attacco indiscriminato del mondo occidentale “a guida angloamericana” contro la Russia ha privato il mondo occidentale della possibilità di fare ulteriore pressione sulla Russia, per indurla a trattare. In pratica, tutte le “carte” che l’Occidente poteva giocare le ha usate, tranne quella di una guerra (nucleare) contro la Russia.
Che altro, infatti, potrebbe fare l’Occidente adesso contro la Russia se non la guerra?
In sostanza si conferma che per sconfiggere la Russia in Ucraina o deve intervenire la Nato (ma allora come si potrebbe evitare una guerra nucleare, anche se solo “limitata”, contro la Russia?) o si deve puntare sul crollo dell’intero sistema politico-militare della Russia, di cui però attualmente non vi è alcun segno.
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