Sullo Jus Scholae si è scatenata la solita bagarre politica, l’unica possibile, visto che su economia, lavoro e politica internazionale sono più o meno tutti d’accordo. La Lega ha presentato 1500 emendamenti, pur di bloccare il provvedimento.
Ma i dem non ci stanno: Enrico Letta ha dichiarato che il Pd “non arretra di un millimetro” su un testo che corrisponde a un “interesse nazionale“, per un Paese che vive una crisi demografica drammatica. “Siamo noi i veri patrioti, non Meloni e Salvini”. La replica del Carroccio: “Spiace che il PD, che una volta rappresentava i lavoratori adesso abbia come priorità droga e immigrati. Le minacce di Letta? Non spaventano nessuno, Enrico stia sereno”.
E questo è il chiacchiericcio politico. Ma i ragazzi in tutto questo? Ancora peggio se si pensa alle parole usate dai protagonisti della vita politica del paese quando ne parlano.
Jus Scholae e Fantabosco
Quando si parla di “giovani” in questo paese, in occasioni di riflesso politico, come può essere in questi giorni la questione dello Jus Scholae, emerge l’incapacità del mainstream istituzionale di uscire dal manicheismo comunicativo.
Per l’area liberal-dem, i giovani sono assimilati dialetticamente alle minoranze o alle questioni “civili” . Nelle riunioni al Nazareno, compilando le agende, Letta deve fare solo mente locale se i giovani vengono prima delle donne, ma dopo gli immigrati, o tra la comunità Lgbqt e “il sud”.
Per l’area melonian-leghista, poi, siamo al livello di Lupo Lucio: parlano dei ragazzi e dei bambini come fossimo nel Fantabosco.
Basti pensare al discorso dell’onorevole Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia) ieri alla Camera sullo Ius Scholae, dicendo prima di voler rivolgersi ai “bambini stranieri che ci guardano”, che andrebbero protetti da queste leggi sostenute dai partiti “che regalano la droga per le strade”.
In un caso o nell’altro, per la politica e dunque per la nostra società, essere giovani non è più una fase della vita, un periodo, ma è una condizione. Che col passare del tempo s’aggrava, fino a diventare una patologia.
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