Landini contro il Governo, conferma lo sciopero generale: “Quando sei povero pur lavorando vuol dire che c’è un modello sociale che non sta funzionando”
Landini: “Disuguaglianze aumentano, tutto il paese scioperi il 16″
Il segretario della Cgil Maurizio Landini mentre era a Bari è intervenuto nuovamente a proposito delo sciopero generale proclamato per il 16 dicembre:
“Le diseguaglianze sono aumentate, mi sembra sotto gli occhi di tutti. Quando il 90% dell’Irpef lo pagano i lavoratori dipendenti ai pensionati e l’85% di chi ha una pensione è un reddito e sotto i 35.000 euro questo mi sembra sotto gli occhi di tutti”.
“Quando sei povero pur lavorando vuol dire che c’è un modello sociale che non sta funzionando e quando i giovani se ne devono andare dal nostro paese come sta succedendo e non si inverte questa tendenza, credo che siano tutti segnali che danno l’idea che bisogna prendere un’altra strada”, ha evidenziato.
“Le nostre richieste sul fisco, sulle pensioni, sulla precarietà, sono piattaforme unitarie presentati al governo– ha poi continuato – Noi continuiamo a sostenere quelle piattaforme unitarie che abbiamo presentato, noto poiché la Cisl ha deciso di manifestare sabato, quindi se è in piazza anche lei vuol dire che non è così contenta di quello che il governo ha dato fino ad oggi e per noi il tema è unire il mondo del lavoro e soprattutto essere coerenti”.
“È una fase in cui non conta quello che dici conta completamente quello che fai e noi vogliamo che i lavoratori, le lavoratrici, i giovani, i pensionati, ci giudichino per quello che concretamente facciamo e oggi stiamo chiedendo a tutto il Paese il 16 dicembre di scioperare, di essere in piazza proprio perché è il momento di cambiare ed è il momento che il mondo del lavoro venga ascoltato per i problemi che e per lo sforzo che ha fatto in questo anno e mezzo di pandemia”, ha ribadito Landini. Per poi proseguire il discorso toccando il tema del fisco:
“I governo ci ha detto che la partita è chiusa e la maggioranza non ha aperto una trattativa con le organizzazioni sindacali” ed è “la ragione per cui abbiamo proclamato lo sciopero”.
“Per fare la riforma fiscale bisogna aumentare le detrazioni, le decontribuzioni per i lavoratori, non una tantum ma strutturali, bisogna combattere l’evasione fiscale, bisogna che la rendita finanziaria sia tassata adeguatamente“, ha continuato spiegando che “quando un provvedimento da 100 euro all’anno di miglioramento fiscale per chi prende fino a 20.000 euro e da 6-7-800 euro a chi ha redditi di 3 o 4 volte superiori, significa che questa è una riforma ingiusta, non accettabile“.

E in conclusione:
“Noi vogliamo che le politiche economiche del governo tutelino le persone più bisognose e questo non sta avvenendo stiamo chiedendo che la riforma fiscale tuteli i salari e le pensioni più basse, di superare la precarietà nel lavoro, quindi di cancellare forme di lavoro precarie assurde e di prevedere un nuovo contratto unico di ingresso al lavoro che sia fondato sulla formazione e sulla stabilità, stiamo chiedendo che ci sia una vera riforma delle pensioni e stiamo chiedendo di rilanciare gli investimenti a partire dal Mezzogiorno, per creare lavoro e per essere in grado di avere un’idea di gestione dei processi di riorganizzazione che stanno invece determinando chiusure e licenziamenti. Chiediamo che gli otto miliardi vadano al lavoro e ai dipendenti“.
Fonte – Agenzia DiRE
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