Mario Monti ospite a In onda su La7: “Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione, in una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà”. Mancava solo che portasse il fez sul capo…
Monti e la democrazia
Di Paolo Desogus.
Su La7 Mario Monti ha dichiarato che nell’attuale contesto pandemico occorre una comunicazione adeguata allo stato di “guerra” (ha proprio usato questo termine), che “dosi la democrazia” (ha detto anche questo) e dunque l’informazione. Del resto, aggiunge Monti, abbiamo rinunciato alla libertà di movimento per cui possiamo anche rinunciare a un po’ di libertà di pensiero.
E anche i governi, secondo il Monti nazionale, devono cedere ancora più potere alle organizzazioni sovranazionali che nessuno elegge. Ma che sarà mai!
Questi liberali sono meravigliosi. Amano così tanto la democrazia e la libertà che la vogliono dosare e cedere tutta alla governance tecnocratica. L’idea che occorra ricostruire una comunità politica, armata di corpi intermedi che canalizzano le paure e che facciano un’opera di reale mediazione tra individui e società non passa minimamente per la testa di questi artefici del disastro.
La vera sorpresa non è tanto dovuta alle parole pronunciate ieri da Monti. Che i liberali italiani siano in fondo dei reazionari, è cosa nota. La sorpresa è dovuta piuttosto alla necessità di dover constatare che quei pensieri godano nel paese di un consenso generale.
L’idea che per risolvere le crisi “tutto sia permesso”, persino la limitazione dell’informazione e la riduzione di potere dei governi in favore della governance (Monti ha parlato anche di questo secondo punto), non trova forti resistenze.
Non le trova nel governo (ma Draghi già nel discorso di insediamento aveva esaltato la governance), né nei partiti, né nella società civile. Solo marginalmente trova qualche opposizione fra i ceti intellettuali.
Questa involuzione è certamente dovuta a tante ragioni, a una trasformazione molecolare che nel corso degli anni, di crisi in crisi, ha trasformato ciò che per la maggioranza era inconcepibile in qualcosa di ragionevole e persino di auspicabile. Ma è anche dovuta all’esasperazione dei toni degli ultimi tempi.
Ogni giorno Repubblica e Corriere, dedicano una decina di pagine alla pandemia e tra queste una parte è dedicata ai NoVax descritti come esseri immondi, fautori di “un’orgia di violenza” (Repubblica di qualche giorno fa).
Il fenomeno dei NoVax è in realtà molto più marginale e gestibile di quanto si vuole far credere. Ma dato il contesto sanitario, in cui c’è chi ragionevolmente teme il virus, viene adoperato per accrescere la paura e per scaricare su di esso le responsabilità di ciò che non va.
In un clima di estrema tensione, in cui la la lotta alla pandemia viene addirittura definita come una guerra, anche l’idea di barattare la democrazia in cambio di un po’ di libertà comincia a diventare plausibile. E questo non può che far piacere ai reazionari travestiti da liberali.
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