La partigiana Mirella Alloisio, intervistata a Dimartedì: “L’Italia non avrebbe dovuto inviare armi. Sono entrata nella resistenza perché non ne potevo più delle guerre del fascismo. Troviamo il modo di impedire un’altra guerra”.
La partigiana Mirella Alloisio: “No all’invio di armi”
La partigiana Mirella Alloisio, 96 anni, membro onorario della presidenza dell’ANPI, è stata intervistata da Floris a Dimartedì toccando il tema dell’equiparazione tra la resistenza ucraina e quella italiana.
“Mi riesce difficile fare un paragone tra la nostra resistenza e quella ucraina” ha detto. “Quando noi eravamo in guerra, l’America mandava le armi ai partigiani perché insieme potevamo sconfiggere il nazifascismo”.
L’anziana partigiana non ha mancato di condannare Putin e riferendosi all’invasione russa ha detto che qualunque aggressione a un popolo libero rappresenta una minaccia per la libertà e la democrazia.
Ma il punto principale per Mirella Alloisio, è sull’invio delle armi:
“L’Italia non avrebbe dovuto inviare armi. Più inviamo armi, più la guerra continua. L’Italia non avrebbe dovuto inviare armi. Non è un modo per sostenere la forza e la giustizia dell’Ucraina. Io mi preoccupo che una guerra atomica ci distrugga tutti. Possiamo fidarci che Putin non usi davvero le armi atomiche?” E dunque:
“L’Italia avrebbe dovuto in tutti i modi trovare soluzioni diplomatiche. Potevamo farlo, avevamo il prestigio per farlo. Sono contraria alle guerre, basta con le guerre. Sono entrata nella resistenza perché non ne potevo più delle guerre del fascismo. La nostra vita di ragazze è stata una continua guerra. Troviamo il modo di impedire un’altra guerra”.
Nonostante i 96 anni la partigiana Mirella è apparsa lucidissima, anche più dei tanti ospiti presenti nello studio di LA7.
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