Nel colloquio a Rebibbia col figlio Gabriele intercettato dai carabinieri e finito nella perizia disposta dalla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, la madre dei fratelli Bianchi, i massacratori di Willy Monteiro, si stupisce della sorte dei figli: ‘Non è mica morta la regina‘. Come se fossimo nell’Alabama dell’800, dove un bianco fermato per omicidio di un nero poteva ugualmente stupirsi: e perchè? Che ho fatto?
La madre dei fratelli Bianchi e l’orrore familista
Simonetta Di Tullio nel colloquio a Rebibbia con il figlio Gabriele, intercettato dai carabinieri e finito nella perizia disposta dalla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, è un campionario dell’orrore familista italiano.
La donna si stupisce del risalto mediatico dato alla tragedia del 21enne: “Non è mica morta la regina“, dice, preoccupandosi per i figli ritenuti due massacratori e infastidendosi da chi ha voltato le spalle alla sua famiglia. Alcuni stralci pubblicati sull’edizione locale de la Repubblica, presi ovviamente con le dovute cautele delle trascrizioni, ricostruiscono perfettamente il climax:
“Non ci sta più nessuno, ti hanno abbandonato tutti amore mio! Si tenemo venne (ci dobbiamo vendere) le macchine, tutto perché non c’è rimasto più niente“.
“Quando sarà tutto finito, quante persone mi levo dananzi (davanti)…quante!”.
Per la signora Di tullio è successa una “disgrazia”, non è “morta la regina“, e quindi i figli stanno in carcere “da innocenti“: “Una volta dimostrato.. tutta quella fanga che ci hanno messo in cima e che hanno visto l’innocenza di te e di tuo fratello saremmo soltanto noi famiglia a casa mia”.
Resta opportuno evidenziare come l’istituzione di uno strumento orribile come la galera dovrebbe avere una funzione educativa e non punitiva, ma da queste parole emerge quanto sia lungo il percorso da fare per i fratelli Bianchi.
La mancata consapevolezza della gravita delle azioni compiute è un elemento che finisce per influenzare ulteriormente e gravemente il giudizio sull’intera vicenda, proprio in relazione al contesto in cui tutto è avvenuto.
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