Ricordiamo le parole di Carlo Rovelli dette a Rai 3 davanti a Gramellini: “Coloro che buttano acqua sul fuoco, vengono chiamati traditori. Allora benvenuti traditori”.
Carlo Rovelli, le parole del buon senso
Il professor Carlo Rovelli, saggista, fisico, docente universitario in Francia presso l’ateneo di Aix-Marseille, invitato dall’amico Massimo Gramellini, conduttore del programma “Le Parole” a Rai 3 a dare un significato alla parola pace, ha invece dato una significativa “spazzolata” al partito elmetto e tastiera di cui l’imbarazzato giornalista è esponente di spicco
Per comprendere meglio, ricordo che Rovelli, è considerato da Foreign Policy uno dei cento pensatori più influenti del pianeta. A partire dalle parole che hanno concluso il suo intervento su coloro che dicono ‘fermi, buttiamo acqua e non benzina sul fuoco’, sono chiamati traditori. “Se questo vuol dire essere traditori, benvenuti i traditori.”
Proprio come accadeva nel 1914 con la mistica e il furore bellicista. Si approccia anacronisticamente in un contesto con un centinaio di storia e guerre alle spalle e la minaccia nucleare.
Rovelli punta l’indice contro l’ipocrisia di chi dice di volere la pace facendo la guerra.
Ma allora come può difendersi una nazione come l’Ucraina, palesemente aggredita militarmente? Per il docente è proprio l’approccio, totalmente sbagliato. L’obiettivo non è vincere la guerra bensì uscirne.
In questo momento, secondo il NYT, in Russia c’è una fortissimo sostegno alla guerra di Putin. Proprio come in Occidente, anche a Mosca adesso si parla di guerra. Si mostrano le immagini dei prigionieri russi giustiziati dagli ucraini, i cittadini del Donbass vittime del battaglione Azov. Una narrazione speculare a quella italiana, dove ovviamente i cattivi sono altri.
La polarizzazione sulla guerra, in cui si punta a sottolineare le nefandezze dell’avversario, dimenticando che l’orrore e i crimini si fermano in solo modo: con il dialogo. Le immagini che vediamo e che Rovelli avrebbe voluto vedere anche dall’Iraq o dalla Siria.non ci devono dire che dobbiamo sconfiggere i russi, ma che dobbiamo fermare la guerra.
“Un compromesso è sempre possibile. Le parti devono dichiarare esplicitamente a cosa sono disposte a rinunciare”.
Davanti ad uno sempre più spaesato Gramellini, il professore rammenta che prima dell’intervento russo, in Ucraina c’era una guerra civile che ha provocato 16 mila vittime. Questo significa che non tutti gli ucraini, almeno fino al 24 Febbraio, condividevano la stessa idea su Russia Nato e Ue. Forse non è stata una buona idea puntare ordigni nucleari dall’Ucraina verso Mosca.
I valori a cui deve fare riferimento l’Occidente sono quelli cristiani, che il Papa ha già ribadito più volte e quelli dell’Illuminismo che ci spingono ad ascoltare le ragioni dell’altro quando c’è un disaccordo. L’altro a volte qualche ragione la può avere
Ora non è più il momento di cercare le colpe di questa situazione. Ora ognuno deve fare un passo indietro. L’Italia ha sotterrato la sua tradizione politica di dialogo e di mediazione, accodandosi alla politica del gorilla.
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