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sabato, Luglio 12, 2025
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Il governo regala soldi a una nota catena di gelaterie con i fondi per la lotta al cambiamento climatico

Il governo italiano regala soldi alla gelateria piemontese Venchi per farle aprire punti vendita in Cina, Giappone e Indonesia e li dichiara come spesi per combattere il cambiamento climatico.

Cambiamento climatico: il greenwashing italiano sulle gelaterie

A Parigi, nel 2015, durante l’annuale conferenza mondiale sul cambiamento climatico, i governi dei paesi partecipanti avevano preso l’impegno a spendere 100 miliardi di dollari l’anno per tagliare le emissioni.

Un’inchiesta dell’agenzia di stampa Reuters e del laboratorio di giornalismo dell’università di Stanford mostra però che quell’impegno non solo è stato disatteso, ma è anche anzi stato usato per finanziare imprese che sul cambiamento climatico centrano molto poco (è un eufemismo).

A riportarlo è Andrea Capocci sul Manifesto: “Il nostro governo ha classificato tra gli impegni climatici anche il finanziamento diretto allo storico marchio piemontese di gelaterie e cioccolaterie Venchi, che con quei soldi ha aperto punti vendita in Cina, Giappone e Indonesia.”

Siamo davanti al primo caso di gelato green? Comunque non siamo gli unici. Capocci ci fa sapere che, ad esempio, il Belgio ha inserito tra i suoi investimenti green la lavorazione di un film ambientato in Argentina che racconta la love-story tra un dipendente di una cartiera e un’attivista ambientalista: «Il film si occupa di deforestazione», ha dichiarato alla Reuters il governo belga. E ancora: “Altri hanno invece inserito nel conto degli investimenti ambientali progetti che non sono mai stati realizzati, come la ristrutturazione della metropolitana di Città del Messico (267 milioni di dollari) e ammodernamenti portuali in Kenya (108 milioni) da parte della Francia. O l’assicurazione pagata dagli Usa per un impianto idroelettrico in Sudafrica mai realizzato.”

Il Paese che vanta i maggiori investimenti in campo climatico è il Giappone, che nel quinquennio 2015-2020 ha riportato all’Onu 59 miliardi di dollari investiti, un terzo del totale mondiale. Tuttavia, ci fa sapere ancora Capocci, “gli analisti hanno scoperto che il conto comprende anche un prestito da 2,4 miliardi di euro per costruire la centrale a carbone di Matarbari, in Bangladesh, che immetterà ogni anno in atmosfera 6,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica, più della città di San Francisco. Senza la tecnologia giapponese, le emissioni sarebbero state superiori del 6%, di qui il bollino verde.”

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