Dighe e invasi oggi riescono a trattenere poco più del 10% dell’acqua piovana, mentre un tempo era intorno al 15%. E per l’incuria della rete idrica l’Istat ha stimato che ogni 100 litri d’acqua ne perdiamo 42.
Marta Collot: “Siccità? Saltare la doccia non ci salverà”
In questi giorni di grande caldo e siccità, durante i quali si è cominciato a parlare di razionamenti idrici, sono cominciate a saltar fuori raccomandazioni varie sullo spreco d’acqua in casa.
Seppur sia un bene assicurarsi che i rubinetti non gocciolino, queste moralizzazioni sono utili solo a scaricare sui comportamenti individuali di una platea indefinita il peso di un dramma che ha origini e responsabilità precise.
Da una parte ci sono gli ormai evidenti effetti dell’attività umana sul clima, con minori precipitazioni e aumento delle temperature, ma dall’altra ci sono cause che derivano da scelte politiche ben identificabili.
Dighe e invasi oggi riescono a trattenere poco più del 10% dell’acqua piovana, mentre un tempo era intorno al 15%.
L’accumulo dei detriti a causa dell’incuria ne ha ridotto la capacità, e sempre per l’incuria della rete idrica l’Istat ha stimato, su dati del 2018, che ogni 100 litri d’acqua ne vadano persi 42.
Qui si comincia a capire perché chi ci governa e media mainstream stanno mettendo in campo questa campagna. Il consumo idrico domestico non è neanche il 10% dell’acqua utilizzata, mentre è il modello produttivo – agricoltura, allevamenti e industria – ad assorbirne grandi quantità, anche nella produzione di energia (come quella nucleare che vogliono riportare in Italia).
Mentre la transizione ecologica è stata accantonata per muover guerra, nulla viene detto sul fatto che la mancanza di manutenzione della rete idrica è nella sua privatizzazione, che spinge a gonfiare i profitti a discapito delle spese tuttavia necessarie.
Insomma, la logica con cui ci viene detto che spetta ai nostri comportamenti quotidiani risolvere la siccità è la stessa di questo sistema sociale individualizzante, mentre la soluzione non può che essere collettiva.
Vogliono nasconderlo perché questa risposta non può che essere il superamento del capitalismo e della logica del mercato, che ci sta spingendo sempre più velocemente verso il disastro.
Marta Collot, portavoce di Potere al Popolo
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