Con le dimissioni di Draghi, il figlio prediletto del “sistema Italia”, il fuoco di sbarramento contro Giuseppe Conte, autore dell’affronto, tocca vette parossistiche.
Di Tommaso Nencioni*
Tutti contro Giuseppe Conte
In tutto questo continuano a rimanere insondabili e misteriose le ragioni del fuoco di sbarramento continuato per anni quotidianamente, postumo e preventivo di tutto l’establishment di questo Paese e della totalità dei suoi media nei confronti dell’onesto borghese colto Giuseppe Conte.
Un trattamento mai riservato a nessuna figura, nemmeno la più controversa o antisistema, della II repubblica. Nemmeno ai 5s prima di Conte, ben più radicali e quantitativamente minacciosi. Un dispendio di mezzi, energie e intelligenze totalmente spropositato al bersaglio.
La spiegazione bersaniana – Conte non frequenta i medesimi loro cocktail party – poteva reggere sul momento, ma si rivela via via evidentemente insufficiente. Mi viene in mente un’unica spiegazione. Dopo Tangentopoli si è creato un vuoto di potere del quale hanno approfittato i grandi istituti finanziari per prendere il potere direttamente.
Non parlo di complotti, parlo di dinamiche di potere. Ci sono stati governi tecnici, rispondenti pienamente a questa logica. Ci sono stati governi di centrosinistra, in pratica governi tecnici gestiti di concerto dai tecnici instauratisi al MEF e/o al Quirinale.
Ci sono stati governi di centro-destra guidati direttamente da un uomo della finanza, per quanto parvenu. I grandi gruppi finanziari si sono abituati non solo a vedere i propri desiderata variamente ripagati da questo o quel governo, ma a governare direttamente senza la fatica della mediazione politica.
I governi Conte I e II (poco importa il merito) hanno sancito una breve parentesi di ritorno alla politica, mentre chi da trent’anni detiene il potere in Italia considera ormai non questa o quella opzione politica, ma la politica in quanto tale, un avversario o per lo meno un fastidio.
Non una bella cosa per la nostra democrazia, giacché questi sono poi i padroni diretti o indiretti di tutto il sistema mediatico, per cui da giorni va in onda a reti unificate la criminalizzazione di una (quasi) opposizione per il solo fatto di essere opposizione, senza che mai si sia entrati nel merito delle questioni poste dalla (quasi) opposizione
* Ripreso da Tommaso Nencioni
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