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Israele possiede testate nucleari senza ispezioni e fuori dal trattato di non proliferazione, mentre all’Iran è negato persino l’uso pacifico dell’atomo. Una logica pericolosa, imposta dai più forti.
Israele sì, Iran no: la doppia morale nucleare dell’Occidente
Moni Ovadia, ebreo, qualche giorni fa, in un suo articolo sul Giornale d’Italia, affermava giustamente e coraggiosamente: “Iran, la logica malsana dell’Occidente: Teheran non può avere il nucleare pacifico, Israele sì perché ha avuto la Shoah! Auguriamoci che non venga in mente ai russi di praticare questa stessa logica. Hanno avuto 27 milioni di morti sovietici nella grande guerra patriottica. […] È dal 1995 che il primo ministro sionista (Netanyahu) millanta l’imminente preparazione dell’ordigno nucleare iraniano. È sempre stata un’affermazione falsa e lo è anche questa volta anche secondo Grossi, il direttore dell’AIEA e di molti autorevoli esperti del settore”.
È di conoscenza comune infatti che lo Stato di Israele abbia numerosissimi bombe nucleari, tra 90 e 200 testate; il numero preciso però non è a conoscenza di nessuno e nessuno lo saprà mai al di fuori degli addetti ai lavori sionisti, dato che Israele non ha mai permesso alcuna ispezione di tecnici esterni e indipendenti e soprattutto non ha mai sottoscritto il trattato internazionale anti-proliferazione nucleare, trattato che invece ha sottoscritto l‘Iran! È quindi per mio conto un paradosso incredibile questo legato alla solita logica mondiale del più forte, che oramai – da come possiamo osservare quotidianamente tutti noi – sta prendendo sempre più piede, purtroppo.
Infatti, così come nessuno sia mai riuscito a provare che l’obiettivo dell’Iran sia quello di preparare la bomba atomica, è comunque ad oggi certo che ancora non l’abbia, così come confermato appunto dalla AIEA (l’Agenzia Internazionale che si occupa esattamente delle questioni legate al nucleare) e dall’intelligence americana (fermo restando che poi si son rimangiati tutto a seguito delle fortissime pressioni di Trump), e nonostante vi fosse in corso un tavolo di trattative in pieno svolgimento tra Usa e Iran, Trump ha comunque deciso di bombardare quel Paese, probabilmente senza alcuna motivazione fondata ma solo per fare un favore al suo amichetto sionista psicopatico (criminale internazionale sul quale pende un mandato di cattura da parte della CPI) che corrisponde al nome di Netanyahu, che da 30 anni almeno vive con il complesso di persecuzione legato all’Iran, continuando a denunciare – fin dal 1994 – l’imminente messa a punto da parte di Teheran della bomba atomica.
Quindi, tornando a noi, evidentemente a USA e Europa va benissimo che abbia la bomba atomica lo Stato di Israele (i cui ministri più di una volta hanno minacciato di lanciarla sui palestinesi di Gaza), Stato che non permette alcuna ispezione, tiene il riserbo assoluto sui suoi arsenali e che al momento sta bombardando ben 5 diverse popolazioni per via dei suoi noti “attacchi preventivi” (ben noti anche in passato), di cui: Palestina, Siria, Iran, Libano e Yemen, mentre l’Iran, che da 30 sostiene di volerne fare un uso pacifico, non può avere il nucleare, secondo gli Stati Uniti, l’Europa e anche secondo il Governo Meloni.
Israele, uno Stato che non ha mai rispettato nemmeno una di tutte le Risoluzioni ONU che lo riguardano, che non ha mai rispettato i confini che gli erano stati assegnati, che continua ad infliggere un feroce e terribile apartheid al popolo palestinese da quasi 80 anni, che continua a sottrarre terre e case ai palestinesi attraverso l’uso della violenza, che ha bruciato o estirpato un milione di alberi di olivo appartenenti a palestinesi (unicamente per pura cattiveria), uno Stato – unico al mondo – che incarcera i minori e che ha appena approvato una proposta di legge per condannare i palestinesi di 12 anni di età all’ergastolo, che ha prigioni segrete nel deserto dove applica illegalmente la tortura sui detenuti palestinesi, spesso non rilasciando alle famiglie i corpi delle persone che muoiono sotto tortura, per far sì che non si vedano le ferite inferte su quei poveri corpi.
D’altra parte, fin dal momento della dichiarazione del Ministro inglese Arthur Balfour nei primi anni del secolo scorso, che prevedeva la formazione di uno stato ebraico in Palestina a condizione che non «andasse a pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina», Israele non ha mai rispettato alcuna richiesta o condizione o Risoluzione che venisse chiesta dalla Gran Bretagna, dall’Europa o dalle Nazioni Unite ma ciò nonostante non gli viene impedito nulla ed anzi gli vengono continuamente vendute armi e armamenti, con un business per molti estremamente proficuo.
Uno Stato a cui non è richiesto di rispettare nulla e nessuno, tanto più il diritto internazionale, che ha totale libertà di fare quel che vuole, senza problema alcuno.
Ultimamente poi, lo Stato di Israele si è lanciato apertamente nella totale acquisizione illegale di quel po’ di spazio che era rimasto ai palestinesi, ovvero Gaza (ove è in corso una vera e propria pulizia etnica se non un genocidio), Cisgiordania e Gerusalemme Est, nella più totale inerzia e connivenza di Europa e USA.
I suoi soldati sparano su donne e bambini palestinesi che cercano di avvicinarsi ai punti di distribuzione degli aiuti umanitari in cerca di un tozzo di pane, ammazzando così, ogni giorno, decine di persone, senza che alcuno se ne preoccupi. Purtroppo anche in questo caso business is business.
Che schifo, lasciatemelo dire. In conclusione ditemi: dopo tutto questo ancora vi fidate di Israele? Io no, io non comprerei nemmeno una macchina usata da Netanyahu e compari.
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