Gianandrea Gaiani: “I falliti tentativi di sfondare le linee russe sembrano indicare dopo due settimane un possibile flop della controffensiva ucraina”.
Gaiani “La controffensiva ucraina per ora è un flop”
Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa, ha fatto il punto sulla situazione militare in Ucraina, dopo due settimane dall’inizio della controffensiva di Kiev contro le forze russe. Questi i passaggi principali:
Scatenata con forze poco addestrate, spesso prive di ufficiali esperti, (la controffensiva ucraina) sembra finora infrangersi contro le ben strutturate linee difensive russe che schierano ampie forze mobili per rapidi contrattacchi.
Ondate di truppe sacrificate per pochi chilometri di territorio, come accadde a Bakhmut e Soledar in operazioni difensive combattute in netto svantaggio tattico. E’ possibile che gli ucraini abbiano ancora molte forze di riserva da buttare nella mischia sperando di trovare una breccia nelle difese russe ma dopo due settimane il bilancio provvisorio è certamente negativo per Kiev che sperava di giungere al Vertice NATO di Vilnius di luglio con un bottino consistente di riconquiste territoriali.
Le voci dal fronte russo
Blogger russi con evidenti contatti in prima linea riferiscono di molti reparti ucraini che rifiutano di attaccare senza copertura aerea o che si arrendono, come mostrano diversi video in circolazione su Telegram cui non è possibile attribuire credibilità certa.
Commentatori russi segnalano la resa di interi plotoni di diverse brigate ucraine inclusa la 35a Marines a causa dei metodi brutali adottati dai comandi per imporre avanzate nonostante enormi perdite.
Le voci dal fronte Nato
Dall’altro lato della barricata, in un’intervista del Wall Street Journal prigionieri di guerra russi hanno rivelato invece problemi di morale e di comando tra le unità russe in prima linea e l’impiego di unità di “barrier forces”, adibite a sparare ai soldati che si riturano di fronte al nemico.
Il WSJ cita le dichiarazioni di tre prigionieri di guerra russi non identificati che si sono arresi volontariamente alle forze ucraine durante le operazioni vicino a Velyka Novosilka, al confine amministrativo tra gli oblast di Donetsk e Zaporizhia. I prigionieri di guerra hanno riferito di un diffuso timore di una controffensiva ucraina tra le forze russe in prima linea aggiungendo che il comando russo considera sacrificabili i coscritti e le reclute penali, che gli ufficiali russi ordinano ai feriti di tornare in prima linea.
I prigionieri di guerra hanno espresso preoccupazione per il ritorno in Russia attraverso i frequenti scambi di prigionieri a causa delle leggi che vietano la resa volontaria al nemico.
Difficile in questi casi distinguere, su ambo i lati della barricata, la realtà dalla propaganda. Di fronte alla costante pressione delle truppe di Kiev alcuni reparti russi potrebbero cedere così come, in assenza di successi sul campo e di fronte a elevate perdite diversai reparti ucraini potrebbero sbandare, disertare o arrendersi.
Dissensi tra strategie politiche e militari a Kiev?
Va tenuto conto che anche tra i vertici politici e militari ucraini da mesi si dibatte sulla bontà della strategia imposta dal presidente Zelensky di sacrificare tante truppe e mezzi, prima nella difesa ad oltranza di Bakhmut e ora in una controffensiva che è stata finora scatenata esattamente dove e quando i russi aspettavano.
Non a caso, come riporta oggi il bollettino dell’ISW citando fonti dell’intelligence estone del 16 giugno, le forze ucraine potrebbero sospendere temporaneamente le operazioni di controffensiva per rivalutare le loro tattiche per operazioni future anche se in realtà negli ultimi due giorni gli ucraini hanno reiterato con forza gli attacchi.
L’ISW, centro studi statunitense apertamente schierato con Kiev, ritiene che l’Ucraina non abbia ancora impegnato la maggior parte delle sue forze disponibili e non ha ancora lanciato il suo sforzo principale nella controffensiva considerando che “le pause operative sono una caratteristica comune delle grandi imprese offensive e questa pausa non significa la fine della controffensiva”.
I limiti della controffensiva
L’incapacità di bonificare i campi minati russi, l’insufficiente supporto dell’artiglieria e l’assenza di copertura aerea rischiano di trasformare in un suicidio la controffensiva ucraina, già paragonata da alcuni osservatori russi a quella tedesca di Kursk del 1943, con alcune curiose foto che abbinano i carri Tiger tedeschi messi fuori combattimento a quell’epoca con i Leopard 2 danneggiati in questi giorni (nella foto a lato) .
In assenza di rapide penetrazioni nelle difese russe e se si confermeranno fondate le voci di sbandamento delle forze ucraine (a quanto pare raccontate anche da molti prigionieri arresisi ai russi), la controffensiva potrebbe presto rallentare per esaurimento di truppe, armi, mezzi, munizioni, ricambi.
Non va dimenticato poi lo “scontro di vedute” tra Zelensky e il capo di stato maggiore Difesa, generale Valery Zaluzhny, secondo alcune fonti restio a sacrificare le migliori brigate di veterani in battaglie “tritacarne” senza senso.
Prima considerato gravemente ferito da un bombardamento russo (notizia smentita da Kiev), Zaluzhny non parla da settimane e il suo silenzio, soprattutto dall’inizio della controffensiva, appare assordante considerata la popolarità dell’ufficiale presso i soldati.
Gaiani conclude con le prime reazioni delle cancellerie occidentali che sembrano ferme sul solito mantra: “Il flop (per ora) della controffensiva sembra indurre l’Occidente a fornire nuovi mezzi e armi all’Ucraina.”
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