Il Teatro Eliseo, un pezzo di storia del nostro paese, è ufficialmente in vendita. L’annuncio appare sul sito della nota agenzia immobiliare Engel&Volkers al prezzo di 24 milioni di euro.
“Storico complesso teatrale nel cuore di Roma”, si legge sul sito che specifica le caratteristiche dell’immobile: 60 locali, 25 bagni e cinquemila metri quadrati di superficie commerciale.”
Roma, in vendita il Teatro Eliseo: l’annuncio da 24 milioni su un’agenzia immobiliare
Dunque si apre un nuovo capitolo di una storia infinita, iniziata nel 2015 quando Luca Barbareschi assunse la direzione artistica del Teatro Eliseo e poi, nel 2018, ne divenne il proprietario con la sua società Eliseo Multimedia. Ora lo mette in vendita, ma intende mantenerne la gestione:
“Non capisco la tensione che si è levata intorno a questa notizia – commenta lui stesso, quasi sorpreso – Innanzitutto la vendita prescinde dalla sua gestione. L’Eliseo resterà un teatro storico, con una programmazione dedicata agli artisti e ai progetti più prestigiosi del panorama culturale italiano. Non comprendo l’indignazione di chi si chiede come mai io lo abbia messo in vendita.”
Per quanto riguarda la vendita, dato il vincolo della destinazione d’uso, l’Eliseo e il Piccolo Eliseo non possono essere venduti a chiunque e non possono essere trasformati in supermercati o in parcheggi. E ancora: Barbareschi come può essere sicuro che i futuri acquirenti ne lascino a lui la gestione artistica?
E infatti interviene su questo la nota di Stefania Brai, la responsabile nazionale cultura Prc/Se:
“Il teatro Eliseo è stato messo in vendita per 24 milioni di euro. Giunge così a termine la fallimentare gestione di Barbareschi nel silenzio generale delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che hanno facilitato in tutti i modi l’acquisto della proprietà delle mura e della gestione da parte di Barbareschi concedendo di tutto, perfino finanziamenti di milioni di euro fuori dalle regole del Fondo unico per lo spettacolo.
Di fallimento in fallimento, di chiusura in chiusura, di licenziamenti in licenziamenti, nonostante il sostegno economico del Ministero e della Regione Lazio, si arriva così all’esito inaccettabile – e mai visto nella storia culturale di Roma – della vendita delle mura di una istituzione riconosciuta di “rilevante interesse culturale”, di una istituzione che fa parte del patrimonio stesso della città, non solo per la sua storia teatrale ed artistica ma perché punto di riferimento fondamentale della cultura democratica della capitale.
È vero che questo è un momento tragico di “barbarie culturale”, un momento in cui l’unico parametro di valutazione della vita delle persone è il mercato, ma una barbarie simile da parte delle istituzioni pubbliche che dovrebbero promuovere e garantire la vita culturale di questo paese non si era mai vista.
Chiediamo che Ministero, Regione Lazio e Comune di Roma (tutti e tre in mano a esponenti del Pd), invece di continuare a finanziare bonus, grandi eventi e piattaforme pseudo italiane che fanno solo danno alle sale teatrali e cinematografiche, acquistino le mura del teatro Eliseo (che costano solo tre volte gli 8 milioni promessi dallo Stato a Barbareschi) trasformandolo in teatro pubblico a tutti gli effetti e ne affidino la gestione tramite bandi pubblici e in base a progetti culturali triennali che prevedano, tra l’altro, oltre alla produzione, alla formazione professionale e alla formazione del pubblico, rapporti stabili con il territorio e con l’associazionismo teatrale culturale, rapporti con le scuole, prezzi dei biglietti che consentano l’accesso a tutti alla fruizione degli spettacoli.”
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