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La Commissione Europea ha diffuso tramite Hadja Lahbib, Commissaria europea per la parità, un video volto a sensibilizzare i cittadini sulla necessità di prepararsi a possibili crisi. Il risultato? Un contenuto surreale che ha suscitato perplessità e ironia.
Il surreale video dell’UE sul kit di sopravvivenza: tra pressapochismo e paternalismo
In un primo momento, il messaggio sembrava chiaro e allarmante: l’Europa deve prepararsi a una minaccia imminente, forse un conflitto con una potenza nucleare. Si invita quindi la popolazione ad accumulare scorte per 72 ore, un numero apparentemente arbitrario. Fino a qui, il tono lascia intendere che l’UE stia prendendo molto seriamente una minaccia che, nel sentire comune, appare piuttosto remota. Poi arriva il video…
La commissaria e la “borsetta della resilienza”
Protagonista del bizzarro spot è Hadja Lahbib, Commissaria europea per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi. Il tono del video è leggero, quasi da talk show pomeridiano, con un sottofondo musicale che evoca più un aperitivo che una situazione di emergenza.
Il contenuto è un mix di umorismo involontario e pressapochismo: nel mostrare gli oggetti da portare con sé in caso di crisi, Lahbib estrae documenti d’identità, un accendino e persino un mazzo di carte da gioco per distrarsi. Eppure, non si tratta di satira. Il video si chiude con un messaggio solenne: “L’UE sta preparando la sua strategia per garantire che ogni cittadino sia al sicuro in caso di crisi. Siate preparati, siate al sicuro.”
Ma Lahbib non ha un’amica che le parla? Che le consiglia? Una che le dice: “Senti Hadja, dobbiamo parlare…”
Ma di quale crisi stiamo parlando?
Il problema principale di questa campagna è l’assenza totale di specificità. Se un cittadino volesse effettivamente prepararsi a un’emergenza, dovrebbe sapere di che tipo di crisi si tratta.
Parliamo di un’interruzione dell’elettricità? Un disastro naturale come un terremoto o un’alluvione? Una guerra? Un attacco chimico? Una crisi economica con carenza di beni di prima necessità?
A ogni scenario corrispondono preparativi differenti. Un generico “kit di sopravvivenza” senza un contesto preciso è poco utile, se non addirittura fuorviante.
La leggerezza del video non si limita a stridere con il messaggio iniziale di allerta, ma rivela anche una preoccupante distanza tra le istituzioni europee e la realtà quotidiana dei cittadini. L’impressione è che chi ha concepito questa campagna viva in una bolla di privilegio e sicurezza, dove le crisi sono un concetto astratto più che una reale preoccupazione.
Le istituzioni comunitarie gestiscono questioni fondamentali come la sanita pubblica, i rapporti internazionali, l’occupazione e la politica industriale. Se questa campagna è indicativa del loro approccio alle crisi, c’è di che preoccuparsi.
Propaganda, distrazione o semplice pressapochismo?
Alcuni potrebbero interpretare questo video come una strategia di distrazione: mentre l’attenzione pubblica si concentra su una comunicazione grottesca, nelle stanze dei bottoni si decidono questioni ben più serie. Tuttavia, questa ipotesi appare improbabile: il modus operandi di Bruxelles è già caratterizzato da una notevole opacità e non ha bisogno di operazioni di depistaggio così maldestre.
Più plausibile è la tesi secondo cui questa campagna sia frutto di un mix di superficialità, paternalismo e incompetenza comunicativa. Se l’obiettivo era rassicurare o responsabilizzare i cittadini, il risultato è stato l’opposto: un video che appare scollegato dalla realtà e che ridicolizza il concetto stesso di preparazione alle crisi.
L’aspetto più inquietante di questa vicenda non è tanto il video in sé, ma quello che esso rivela sulla classe dirigente europea. Se queste sono le menti che dovrebbero guidare l’Europa attraverso le sfide geopolitiche, economiche e sociali del futuro, il quadro non è incoraggiante.
Ancora una volta, sembra che la fantasia abbia preso il posto della realtà. Ma, come sempre, il conto di queste scelte lo pagheranno i cittadini europei.
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