Polemiche per l’arresto di Puigdemont. L’ex presidente catalano è stato fermato in Sardegna, all’aeroporto di Alghero. Proteste sotto il consolato italiano a Barcellona.
Una vergogna l’arresto di Puigdemont
Il leader indipendentista Carles Puigdemont è stato trasferito in carcere a Sassari in attesa della decisione da parte del giudice della Corte d’Appello locale. Era atterrato sull’isola perché nei prossimi giorni avrebbe dovuto partecipare all’edizione annuale dell’Adifolk, festa internazionale della cultura popolare catalana.
Dunque Madrid non molla la presa e in una nota del governo afferma che “deve sottoporsi all’azione della giustizia” come un normale cittadino e trova immediatamente la sponda servile dell’Italia.
Nel mentre centinaia di persone si sono riunite sotto la sede del consolato italiano a Barcellona per protestare contro l’azione delle forze dell’ordine, mentre il Consiglio della Repubblica catalana ha convocato una manifestazione per domenica alle 12, come annunciato dall’indipendentista catalano ed eurodeputato Toni Comin.
L’avvocato di Puidgemont, Gonzalo Boye, ha spiegato che il leader indipendentista si stava recando in Sardegna come eurodeputato e il suo arresto sarebbe avvenuto “in base ad un ordine di arresto internazionale del 14 ottobre 2019 che, per imperativo legale – secondo lo statuto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – è stato sospeso”.
La Commissione europea invece se ne lava le mani dichiarando di aver “appreso dai media la notizia dell’arresto di Carles Puigdemont. È una questione che riguarda le autorità giudiziarie e noi rispettiamo la loro indipendenza”, come spiegato da uno dei portavoce.

Un paese trappola per attivisti politici e whistleblower
L’arresto di Puigdemont in Italia, indipendentemente da come la si pensi sulla questione catalana, ci ricorda quale idea di democrazia domina il Paese.
L’Italia è un paese da cui stare alla larga se si è coinvolti in attività politiche e giornalistiche delicate: qui hanno rapito Mordechai Vanunu, qui ancora grida vendetta l’assurda vicenda di Ocalan, qui per esempio pende un mandato di arresto a scopo di estradizione per Edward Snowden, trasmesso al nostro Paese per canali diplomatici invece che via Interpol. Se solo mettesse piede in Italia,verrebbe arrestato ed estradato immediatamente
Sono casi diversissimi ma con un comune denominatore: come la Giustizia viene usata per colpire attivisti, politici, whistleblower, seguendo una precisa agenda politica.
E quando a mezzo stampa l’unico commento governativo che filtra è che l’arresto di Puidgemont è un atto dovuto, dovremmo rispondere che sarebbe dovuto anche che la nostra Giustizia invii i mandati a scopo di estradizione dei 26 cittadini americani, quasi tutti agenti della CIA, condannati in via definitiva per il caso Abu Omar, l’Imam di Milano sequestrato, spedito in Egitto e torturato, tutto illegalmente. Ma l’Italia se ne guarda bene dal disturbare Washington.

Puigdemont deve essere rilasciato per il minimo rispetto dei valori della nostra Costituzione. Il leader indipendentista è un parlamentare europeo in carica, ed è la prima volta che si verifica un caso simile. La questione politica catalana è ancora viva, ma anche quella della giustizia italiana.
Le lotte politiche si risolvono con la politica, non con la galera.
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