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Addio a David Sassoli, il cordoglio del mondo politico

Il giornalista e presidente del Parlamento europeo David Sassoli è scomparso a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Per anni volto del Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell’Italia centrale alle europee di quell’anno.

Addio a David Sassoli

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli non ce l’ha fatta. Ricoverato dal 26 dicembre per una grave forma di disfunzione del sistema immunitario, è morto all’1.15 della notte, a 65 anni. Si trovava nel centro oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone. A dare la notizia il suo portavoce da anni, Roberto Cuillo.

 

 

Nato a Firenze, David Sassoli si era trasferito fin da piccolo a Roma seguendo il padre, giornalista. Il liceo classico Virgilio, poi l’iscrizione a Scienze politiche, Sassoli passò però subito alla pratica professionale: Il Tempo, l’agenzia Asca, la redazione romana del Giorno e poi la Rai, dove venne assunto nel 1992. E in Rai divenne uno dei volti più familiari per il grande pubblico, come conduttore del Tg1, fino alla vicedirezione nell’era di Gianni Riotta.

L’approdo in politica avviene nel 2009. Dario Franceschini, come lui partito dall’alveo del cattolicesimo di sinistra e intanto divenuto segretario del Pd, lo candida come capolista dell’Italia centrale alle europee di quell’anno. Un successone: quattrocentomila preferenze e anche più.

Un’esperienza, quella nelle istituzioni dell’Unione, culminata con l’elezione alla guida dell’assemblea di Strasburgo il 3 luglio del 2019 (già nel 2014 era stato vicepresidente). Nel 2013, invece, aveva provato a cimentarsi con la politica nazionale candidandosi alle primarie per il sindaco di Roma: arrivò prima di Paolo Gentiloni ma dopo il vincitore, Ignazio Marino.

Numerose le reazioni delle istituzioni europee e italiane per la scomparsa dell’ex giornalista. Mattarella: “Ha creduto e costruito un’Europa di pace al servizio dei cittadini”. Draghi: “Uomo delle istituzioni, profondo europeista e simbolo di equilibrio“.

 

 

Tra i messaggi c’è anche quello del suo staff: “Si può vivere e morire in tanti modi. Sassoli ha combattuto e lavorato fino all’ultimo istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune, con curiosità e passione indomabili, nonostante lo stato di salute sempre più precario, dopo la temporanea ripresa di qualche tempo fa”. In questo momento, si legge nel ricordo dei collaboratori, “resta, intatta, la forza dei suoi insegnamenti e delle sue indicazioni: mai fingere, mai alimentare polemiche, spirali, pregiudizi, pettegolezzi, meschinità”.

 

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