Tutto procede ad una velocità supersonica in tema di narrazioni, come si dice oggi. Tutto va veloce, si confonde e poi sparisce: il tiro a giro era di Insigne o di Charlie Watts?
Voi siete qui: il tiro a giro di Charlie Watts
Fino a pochi mesi fa la DAD era la panacea per tutti i mali, procedevamo verso un mondo smart di lavoratori che non mettevano piede nel posto di lavoro e operavano da casa, dal mare, dalle pendici di vulcani in eruzione in Asia.
Ora, gli stessi, o pressappoco, raccontano che la DAD è il male e il green pass è tutto, ci fa vivere meglio, ci fa andare dove vogliamo, anzi dove non vogliamo, o meglio dove ci avevano detto che non volevamo.
Idem per la Nazionale: abbiamo ancora in testa gli urli di Caressa, gli strilloni dei giornali che ci dicevano che Mancini è meglio di Guardiola e il tiroaggiro di Insigne era le magnifiche sorti e progressive, meglio del comunismo e del poliamore, quando, tutto cancellato, contrordine compagni, Insigne e Immobile in due non valgono un Petagna, Jorginho altro che pallone d’oro, una pallonata in fronte, insomma nun simmo cchiu’ nisciuno.
Senza contare che Cacciari, dicono, non capisce più un ca##o, sul red carpet di Venezia ci vedo Burioni e Gattuso, credo in veste di regista horror, i Maneskin proseguono la loro avanzata nel mondo del rock and roll con la benedizione di Iggy Pop che dopo essersi iniettato l’impossibile ci dice che la salute va tutelata col vaccino, mentre Charlie Watts ne muore e Santoro, dopo una sfuriata non in linea col mainstream, continua a essere materia per Chi l’ha visto.
Io sono assolutamente disorientato, attendo Sanremo per un punto fermo e il prossimo tormentone dal film di Sorrentino.
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