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Alla cerimonia del Premio De Sanctis Europa, la “photo opportunity” tra Letta, Lagarde e Cortellesi diventa simbolo dell’élite europea autoreferenziale. Un’immagine patinata che contrasta con la realtà e alimenta la disillusione verso l’“ordine liberale”.
Photo Opportunity
– Alexandro Sabetti e Ferdinando Pastore
In gergo si chiamano ‘photo opportunity‘, cioè il fare una foto con uno o più di uno degli ospiti presenti ad un evento per costruire un immagine di se al mondo esterno e sintetizzre con uno scatto lo “spirito” dell’evento stesso.
Un buon esempio è la foto postata da Enrico Letta dalle sue pagine social, al termine del Premio De Sanctis Europa, assegnato a Bruxelles in una cerimonia presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Belgio, Federica Favi. e che ha visto tra i vincitori, rappresentatnti gli ‘alti lavori europei’, personalità come Roberta Metsola a Paola Cortellesi, Christine Lagarde e Paola Ruffo di Calabria.

Ecco, se questa è la weltanschauung dei salotti buoni, il giardino europeo baluardo contro i barbari ai confini, non c’è da sorprendersi che tante persone non vedano poi così male la possibilità di essere invasi da Xi Jinping and co.
Io mi ricordo…
Io mi ricordo l’ondata di coraggio civile delle donne di ogni tempo, tutti quei volti segnati dal peso della responsabilità morale contro il patriarcato globale combattuto e sconfitto da un soldato statunitense di colore che, in un bianco e nero computerizzato, insegnava alle casalinghe della Roma proletaria, Roma città medaglia d’oro della guerra di Liberazione, a comportarsi dabbene.
Un tal conformismo lo si era visto solo con Auschwitz liberato dalle stelle e strisce; così da premiare lei, il prototipo del buon senso algoritmico, nell’eroina piddina dell’era Schlein, tutta pedagogia civilizzante ripresa alla lettera dagli editoriali addolorati e autocompiaciuti di Conchita.
Tanto impeto politico risolto da una foto; lei, con quel sorriso tipico di esseri umani sempre colti da una sorta di intransigenza permissiva – intransigenti con gli altri e permissivi con sé stessi, s’intende – insieme alla contessa Serbelloni Mazzanti Lagarde, la pasionaria dell’euro, dell’austerità, della ferocia compulsiva nei confronti dei pigri indolenti che vivono alle spalle di ricchi visionari immersi nella dimensione immarcescibile di uno stile di vita geniale; entrambe ancelle di colui che si erge a prototipo vivente della sociopatia europeista: quella che ci vorrebbe tutti in guerra entro pochi mesi.
Lei, Paola Cortellesi, la progressista.
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