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Arriva al cinema la pellicola di Andrea Segre dedicata a Enrico Berlinguer, interpretata da Elio Germano, una combo perfetta per l’agiografia dell’amato leader del PCI e tornare all’effetto ‘santino’. Così sui social diventa virale la foto dell’attore protagonista che alza il pugno sul ‘red carpet’ (all’americana) del Festival di Roma” con il post di accompagnamento che recita: “un vero gigante”. Ma il commento più surreale non poteva che arrivare dalle pagine di Repubblica e, ovviamente, a firma di Stefano Cappellini.
Su “La grande ambizione” *
Nel commentare il film di Segre¨Berlinguer. La grande ambizione¨ il Cappellini sulla Repubblica si sofferma sulla svolta ‘socialdemocratica` e scrive testualmente: ¨che se un torto si può addebitare a Berlinguer è quello di non averla imbracciata prima del crollo del muro di Berlino¨.
Ora, come tutti sanno, si da il caso che Berlinguer sia morto nel 1984 cioè cinque anni avanti la caduta del muro (1989). E che le ‘riflessioni sui fatti del Cile, l’anticipazione della linea del ‘compromesso storico`, siano del 1973, ovvero avanti di sedici anni rispetto all`89. Del resto sempre in tema di ‘ritardi` si può rammentare che Togliatti fece la svolta di Salerno nel 1944, cioè con quarantacinque anni di anticipo sulla caduta del muro!
Nell’album delle figurine panini che va per la maggiore nel quale si tenta in ogni modo di marmorizzare Berlinguer come anticomunista a sua insaputa il contributo storico degli stipendiati di Gedi è da scompiscio. Veri e propri ritardat(ar)i che giocano in anticipo.
* Dalla pagina Fb di Fausto Anderlini
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