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Erich Honecker: ‘Un altro socialismo era possibile’

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Erich Honecker, ultimo leader della Repubblica Democratica tedesca, moriva il 29 maggio del 1994. Dopo la riunificazione tedesca fu processato al Tribunale della RFT per abuso di potere. In quell’occasione Honecker tenne un lungo e complesso discorso per sostenere la sua difesa.

Erich Honecker: “Il socialismo è l’unica alternativa per una società umana”

All’inizio del 1989 nessuno credeva che fosse possibile un cambio di rotta interno alla Repubblica Democratica Tedesca (Ddr), che fosse dell’Est o dell’Ovest. Erich Honecker, segretario generale del Partito di Unità Socialista (Sed) e presidente del Consiglio di Stato, a metà gennaio di quello stesso anno aveva dichiarato: «Il Muro continuerà a esistere per cinquanta o forse cento anni, se il motivo della sua esistenza non verrà risolto».

Nove mesi dopo, la situazione era drasticamente cambiata. Così come la vita di Honecker.

Erich nel 1930 distribuiva illegalmente manifestini per invitare i minatori allo sciopero. Aveva 17 anni. Figlio di minatori, con un padre comunista che la sera leggeva Marx ai compagni, si era iscritto ai pionieri già a nove anni e subito dopo alla gioventù comunista. Questa precoce militanza politica gli aveva permesso di accedere giovanissimo alla scuola di partito del Komintern.

Durante il nazismo fu arrestato, tornando libero soltanto alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra i fondatori del SED, Erich Honecker nel 1971 fu eletto segretario generale della SED sostituendo Walter Ulbricht.

Contrario al processo di riforme portato avanti da Mihail Gorbacëv in URSS, si pose in autonomia da Mosca. Nell’ottobre 1989 Honecker si dimise da tutte le sue cariche. Dopo l’unificazione tra Repubblica Federale Tedesca e DDR si trasferì a Mosca, sottoposto a27 processo in Germania per abuso di potere venne estradato dalla Federazione Russa nel 1991. Prosciolto dalle accuse per motivi di salute si trasferì in Cile, dove morì nel 1994.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

Erich Honecker e la difesa del socialismo nella DDR (Il suo discorso al Tribunale della RFT)

Difendendomi dall’accusa manifestamente infondata di omicidio non intendo certo attribuire a questo Tribunale e a questo procedimento penale l’apparenza della legalità.

La difesa del resto non servirebbe a niente, anche perché non vivrò abbastanza per ascoltare la vostra sentenza. La condanna che evidentemente mi volete infliggere non mi potrà più raggiungere. Ora tutti lo sanno. Basterebbe questo a dimostrare che il processo e’ una farsa. Una messa in scena politica. Nessuno nelle regioni occidentali della Germania, compresa la città di prima linea di Berlino Ovest, ha il diritto di portare sul banco degli accusati o addirittura condannare i miei compagni coimputati, me o qualsiasi altro cittadino della RDT, per azioni compiute nell’adempimento dei doveri emananti dallo Stato RDT.

Se parlo in questa sede, lo faccio solo per rendere testimonianza alle idee del socialismo e per un giudizio moralmente e politicamente corretto di quella Repubblica Democratica Tedesca che più di cento stati avevano riconosciuto in termini di diritto internazionale.

Questa Repubblica, che ora la RFT chiama Stato illegale e ingiusto, è stata membro del Consiglio di Sicurezza dell’ O.N.U., che per qualche tempo ha anche presieduto, e ha presieduto per un periodo la stessa l’Assemblea generale. Non mi aspetto certo da questo processo e da questo Tribunale un giudizio politicamente e moralmente corretto della RDT, ma colgo l’occasione di questa messa in scena politica per far conoscere ai miei concittadini la mia posizione.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

La situazione in cui mi trovo con questo processo non e’ un fatto straordinario. Lo Stato di diritto tedesco ha già perseguitato e condannato Karl Marx, August Bebel, Karl Liebknecht e tanti altri socialisti e comunisti. Il terzo Reich, servendosi dei giudici ereditati dallo Stato di diritto di Weimar portò avanti quest’opera in molti processi, uno dei quali io stesso ho vissuto in qualità di imputato.

Dopo la sconfitta del fascismo tedesco e dello Stato hitleriano, la RFT non ha avuto bisogno di cercarsi nuovi procuratori della repubblica e nuovi giudici per riprendere a perseguitare penalmente in massa i comunisti, togliendo loro il lavoro e il pane nei tribunali del lavoro, allontanandoli dagli impieghi pubblici tramite i tribunali amministrativi o perseguitandoli in altri modi. Ora capita a noi quello che ai nostri compagni della Germania occidentale era gia capitato negli anni ’50. Da circa 190 anni e’ sempre lo stesso arbitrio che si ripete.

Lo Stato di diritto della Repubblica Federale Tedesca non è uno stato di diritto ma uno stato delle destre . Per questo processo, come per altri in cui altri cittadini della RDT vengono perseguitati per la loro contiguità col sistema di fronte ai tribunali penali o del lavoro, sociali o amministrativi, c’è un argomento principe che viene usato. Politici e giuristi sostengono: dobbiamo condannare i comunisti perché non lo abbiamo fatto con i nazisti. Questa volta dobbiamo fare i conti con il nostro passato.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

A molti sembra un ragionamento ovvio, ma in realtà è totalmente falso. La verità è che la giustizia tedesco occidentale non poteva punire i nazisti perché i giudici e i procuratori della repubblica non potevano punire se stessi. La verità è che questa giustizia della Germania Federale deve il suo attuale livello, comunque lo si voglia giudicare, ai nazisti di cui ha assunto l’eredità. La verità è che i comunisti e i cittadini della RDT vengono perseguitati oggi per le stesse ragioni per cui sono sempre stati perseguitati in Germania.

Solo nei 40 anni di esistenza della RDT le cose sono andate in senso opposto. Con questo spiacevole inconveniente che bisogna ora fare i conti. Il tutto naturalmente nel pieno rispetto del diritto. La politica non c’entra assolutamente niente! I giuristi più eminenti di questo paese, tanto dei partiti di maggioranza che della SPD, giurano che il nostro processo altro non è che un normale processo penale, non un processo politico, non una messa in scena. Vengono arrestati i membri di uno dei più alti organismi statali del paese confinante e si dice che però la politica non c’entra niente.

Si contestano ai generali della contrapposta alleanza militare le decisioni prese, ma si sostiene che la politica non c’entra niente. Quelle stesse personalità che ieri venivano ricevute con tutti gli onori come ospiti di stato e interlocutori degli sforzi congiunti per impedire che potesse mai più scaturire una guerra dal suolo tedesco, vengono oggi etichettate come criminali.

Ma anche questo non avrebbe niente a che fare con la politica. Si mettono sotto accusa i comunisti, che da quando sono apparsi sulla scena politica sono sempre stati perseguitati, ma nella RFT oggi tutto ciò non avrebbe niente a che fare con la politica. Per me e, credo, per chiunque non sia prevenuto, è evidente che questo processo e’ politico come solo può esserlo un processo contro la dirigenza politica e militare della RDT. Chi lo nega non sbaglia, chi lo nega mente.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

Mente per ingannare ancora una volta il popolo. Con questo processo si fa proprio ciò di cui noi veniamo accusati: ci si sbarazza degli avversari politici con i mezzi del diritto penale. Ma naturalmente tutto avviene secondo la legge. Anche altre circostanze mostrano senza ombra di dubbio che con questo processo si perseguono fini politici.

Come mai il cancelliere federale, come mai il signor Kinkel, già capo dei servizi segreti, poi ministro della giustizia e infine ministro degli esteri della RFT si sono tanto impegnati per riportarmi a qualsiasi costo in Germania e rinchiudermi nel carcere di Moabit dove sono già stato sotto Hitler? Come mai il cancelliere ha lasciato che io volassi a Mosca per poi far pressioni su Mosca e sul Cile perché mi consegnassero, contro ogni principio del diritto internazionale?

Come mai i medici russi che avevano fatto la diagnosi giusta al primo esame l’hanno poi dovuta falsificare? Come mai io e i miei compagni, che di salute non stanno tanto meglio di me, veniamo trascinati di fronte al popolo come facevano anticamente gli imperatori romani con i loro avversari prigionieri?

Non so se tutto questo abbia una spiegazione razionale. Forse si conferma il detto antico che coloro che Dio vuole perdere prima li acceca. Una cosa comunque e’ chiara, ed e’ che tutti quegli uomini politici che un tempo mi chiedevano udienza ed erano felici di potermi a loro volta ricevere, non usciranno indenni da questo processo. Anche i bambini in Germania sapevano che degli uomini erano stati uccisi al muro e che tra i politici viventi il massimo responsabile del muro ero io, presidente del Consiglio Nazionale della Difesa (CND), segretario generale, presidente del Consiglio di Stato della RDT.

 

Non ci sono perciò che due sole possibilità: la prima è che i signori politici della RFT abbiano coscientemente, liberamente e persino avidamente cercato di avere rapporti con un assassino. La seconda è che essi coscientemente e con soddisfazione lasciano adesso che un innocente venga incolpato di omicidio. Di queste due possibilità nessuna torna a loro onore. Una terza possibilità non c’è. Ma chi accetta un dilemma di questo genere e risulta perciò comunque, tanto in un caso come nell’altro, una persona priva di carattere, o e’ cieco oppure persegue altri fini che gli premono più del proprio onore.

(—)

La vittoria dell’economia di mercato (come chiamano oggi eufemisticamente il capitalismo) deve essere assoluta, e così la sconfitta del socialismo. Si vuole fare in modo, come diceva Hitler prima di Stalingrado, che quel nemico non si rialzi mai più. I capitalisti tedeschi in effetti hanno sempre avuto un’inclinazione per l’assoluto. Questa finalità del processo, questa volontà di uccidere ancora una volta il socialismo già dato per morto, mostra quale sia il giudizio che il signor Kohl, il governo e anche l’opposizione della RFT danno della situazione.

Il capitalismo ha vinto economicamente scavandosi la fossa, cosi come aveva fatto Hitler vincendo militarmente. In tutto il mondo il capitalismo è entrato in una crisi priva di sbocchi. Non gli e’ rimasta altra scelta che sprofondare in un caos ecologico e sociale oppure accettare la rinuncia alla proprietà privata dei mezzi di produzione e quindi il socialismo. Ambedue le alternative significano la sua fine. Ma per i potenti della Repubblica Federale Tedesca il pericolo più grave è chiaramente il socialismo.

E questo processo deve servire a prevenirlo, così come deve servire a prevenirlo tutta la campagna contro la ormai scomparsa RDT, che deve essere marchiata come stato ingiusto e illegale. Tutti i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno sempre colpito. Le uccisioni al muro non solo ci hanno colpito umanamente, ma ci hanno anche danneggiati politicamente.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

Più di ogni altro io porto dal maggio 1971 il peso della responsabilità politica del fatto che si è sparato, in base alle disposizioni sull’uso delle armi da fuoco, contro chi cercava di attraversare senza autorizzazione il confine tra la RDT e la RFT, tra il Patto di Varsavia e la NATO. e’ una pesante responsabilità, certo.

Dirò più avanti perché me la sono assunta. Ma ora, in sede di definizione di quella che è la finalità politica di questo processo, non posso fare a meno di sottolineare anche il tipo di mezzi che vengono utilizzati per cercare di raggiungere il fine di diffamare la RDT. I mezzi utilizzati sono i morti al muro. Questi morti devono servire e servono a rendere appetibile ai media questo processo, come altri in precedenza.

Tra i morti mancano però le guardie di confine della RDT assassinate. Abbiamo già visto, e soprattutto voi avete già visto, come le immagini dei morti siano state oggetto di mercato, senza rispetto per la pietà e la decenza. Questi sono i mezzi con cui si fa politica e si crea il giusto clima. Così si usano, anzi cosi si abusa dei morti nella lotta che i padroni conducono per mantenere la proprietà capitalistica.

Perché di questo e niente altro si tratta nella lotta contro il socialismo. I morti servono a mostrare quanto la RDT e il socialismo fossero inumani e anche a sviare l’attenzione dalla miseria del presente e dalle vittime dell’economia di mercato. Tutto ciò vien fatto democraticamente, legalmente, cristianamente, umanamente e per il bene del popolo tedesco.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

Questo procedimento serve a criminalizzare questa politica. La RDT deve essere marchiata come Stato illegale e ingiusto e tutti coloro che l’hanno servita devono essere bollati come criminali.

La persecuzione contro decine di migliaia ed eventualmente centinaia di migliaia di cittadini della RDT, di cui già parla la procura: questo è il vero scopo di questo procedimento, preparato da processi ‘pilota contro guardie di confine e accompagnato da innumerevoli altri procedimenti giudiziari discriminatori dei cittadini della RDT, condotti di fronte a tribunali civili, sociali, del lavoro o amministrativi, nonché da moltissimi atti amministrativi.

L’idea della giustizia sociale deve essere soffocata una volta per tutte.

(…)

Se voi oggi sedete in giudizio contro di noi, lo fate come tribunale dei vincitori contro i vinti. Questo fatto e’ espressione dei rapporti di forza reali, ma non può pretendere validità giuridica ne’ costituire un atto di giustizia. Basterebbero questi argomenti a dimostrare l’illegalità dell’accusa. Ma poiché non ci sottraiamo al confronto neanche nel particolare, voglio dire io quel che l’accusa, o per malafede o per cecità, non dice.

Bisogna essere ciechi o chiudere consapevolmente gli occhi davanti agli avvenimenti del passato per non riconoscere che questo è un processo politico dei vinti contro i vincitori, per non capire che esso significa deformare la storia per motivazioni di ordine politico.

Voi ritenete che quella decisione politica fosse sbagliata e considerate me e i miei compagni responsabili penalmente per i morti ammazzati al muro. Ebbene io vi dico che la decisione che voi ritenete giusta avrebbe causato migliaia o milioni di morti. Di questo ero e sono tuttora convinto e credo ne siano convinti anche i miei compagni. Per questa convinzione politica che ci troviamo qui davanti a voi.

E voi ci condannerete perché avete un’opinione politica diversa dalla nostra. Come e perché si sia giunti alla costruzione del muro non sembra che interessi la pubblica accusa. Su questo l’accusa non spende una parola. Cause e circostanze vengono del tutto ignorate, la catena degli avvenimenti storici viene arbitrariamente spezzata. Erich Honecker ha costruito e tenuto in piedi il muro. Stop.

Quel che gli interessa è che i comunisti siano bollati da criminali e come tali condannati. I tedeschi in realtà sono perfettamente in grado di sapere come si è arrivati al muro e conoscere le ragioni per cui al muro si è sparato.

Ma poiché l’accusa si comporta come se costruire muri e farvi ammazzare la gente fosse una caratteristica peculiare del socialismo e come se singoli “delinquenti” come me e i miei compagni ne portassero intera la responsabilità, mi vedo costretto, pur non essendo uno storico, a riassumere la storia che ha portato al muro. Le sue origini si spingono lontano.

Erich Honecker: 'Un altro socialismo era possibile'

Ci riportano alla formazione del capitalismo e del proletariato. Ma l’inizio immediato della tragedia dell’ultima fase della storia tedesca si situa nell’anno 1933. In quell’anno, com’è noto, molti tedeschi votarono in libere elezioni per il partito nazista e il presidente Hindenburg, che era stato eletto altrettanto liberamente nel 1932, investi democraticamente Adolf Hitler delle funzioni di capo del governo.

Subito dopo i predecessori politici degli attuali partiti dominanti, con l’eccezione della SPD, votarono i pieni poteri, dando a Hitler poteri assoluti dittatoriali. Solo i comunisti prima di quelle elezioni avevano detto: “chi vota Hindenburg vota Hitler, chi vota Hitler vota per la guerra”. Al momento del voto per i pieni poteri i deputati comunisti erano già stati allontanati dal Reichstag, molti comunisti erano stati arrestati o vivevano in clandestinità.

Già allora la messa fuori legge dei comunisti fu il segnale della fine della democrazia in Germania. Non appena Hitler fu messo a capo del governo, la Germania conobbe il suo primo miracolo economico. La disoccupazione era vinta; i titoli Volkswagen andavano bene e l’animo ardente del popolo portava a scacciare e assassinare gli ebrei. Il popolo tedesco in maggioranza era felice e contento.

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale e le fanfare annunciavano le guerre lampo contro Polonia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Jugoslavia, Grecia, l’entusiasmo non conobbe più confini. I cuori di quasi tutti i tedeschi battevano all’unisono con il loro cancelliere, il più grande duce di tutti i tempi. Nessuno immaginava che l’impero millenario sarebbe durato solo 12 anni.

Quando nel 1945 tutto fu ridotto in macerie, la Germania non si trovò padrona del mondo, come prediceva una ben nota canzone nazista, ma totalmente dominata dagli alleati. La Germania fu divisa in quattro zone. Non c’era assolutamente libertà di trasferirsi da una zona all’altra.

Nemmeno per gli emigrati tedeschi che, come Gerhart Eisler, volevano ritornare in Germania dagli USA. Negli USA c’erano piani (per esempio il piano Morgenthau) che prevedevano la divisione perpetua della Germania in vari stati. Proprio in risposta a questi piani Stalin pronunciò le famose parole: «Gli Hitler vengono e vanno, il popolo tedesco e lo Stato tedesco rimangono».

Ma l’unità della Germania, che a quel tempo l’URSS voleva fosse mantenuta, non si realizzò. Per effetto della guerra fredda proclamata dagli USA nel 1947, la Germania; con l’accorpamento di due e poi di tre zone, con la riforma monetaria, infine con la costituzione nel maggio 1949 della RFT; fu divisa per un lungo periodo in due parti.

Come si vede dalla successione temporale, questa divisione non fu opera dei comunisti, ma degli alleati occidentali e di Konrad Adenauer.

La costituzione della RDT seguì in un secondo tempo e fu la conseguenza logica della costituzione della RFT. Ormai si erano formati due diversi Stati tedeschi. Ma la RFT non aveva nessuna intenzione di riconoscere la RDT e stabilire con essa rapporti pacifici.

La RFT pretendeva anzi di essere l’unica rappresentante di tutta la Germania e di tutti i tedeschi. Con l’aiuto degli alleati proclamò un embargo economico e cercò per quella via di isolare la RDT economicamente e politicamente. Una politica di aggressione senza guerra: così si può definire la linea seguita dalla RFT nei confronti della RDT. Questa fu la forma che la guerra fredda assunse sul suolo tedesco.

Fu questa politica che portò al muro.

(…)

Penso perciò che approvando la costruzione del muro e mantenendo poi quella posizione nè io nè i miei compagni ci siamo macchiati di alcuna colpa, non solo dal punto di vista del diritto, ma neanche da un punto di vista morale e politico. Rispetto alla storia della Germania e’ certo solo una nota marginale, ma è il caso di notare che adesso molti tedeschi sia dell’ovest che dell’est vedrebbero volentieri una riedizione del muro.

Basta considerare quel che e’ successo nel 1956 in Ungheria e nel 1968 nella Repubblica Socialista Cecoslovacca. Le truppe sovietiche, che tra l’altro erano già presenti, sarebbero intervenute anche nella RDT nel 1961, esattamente come avevano fatto negli altri paesi. Anche in Polonia Jaruzelski proclamò lo stato di emergenza nel 1981 per impedire un intervento di quel tipo.

L’acutizzazione della crisi che avremmo provocato se ci fossimo attenuti al modello che l’accusa ritiene essere l’unico politicamente, moralmente e giuridicamente fondato avrebbe comportato il rischio di una terza guerra mondiale. Noi non abbiamo voluto e non potevamo correre questo rischio.

I presidenti degli USA Kennedy, Johnson e Nixon non sono mai stati portati davanti a un tribunale e il loro onore non ha subito la minima macchia, almeno non per quella guerra. E in questo caso ne’ i soldati americani ne quelli vietnamiti hanno potuto decidere liberamente se correre o meno il rischio di morire per una guerra ingiusta. Nel 1981 l’Inghilterra fece intervenire le sue truppe contro l’Argentina per mantenere le isole Falkland come colonia per l’impero.

La “lady di ferro” si assicurò in quel modo una vittoria elettorale e la sua immagine non ne fu minimamente offuscata, neanche dopo la fine delle sue fortune elettorali. Nessuno pensò di accusarla di omicidio. Nel 1983 il presidente Reagan ordinò alle sue truppe di occupare Grenada.

Non ce’ persona che goda di maggior rispetto in Germania di questo presidente americano. Evidentemente le vittime di questa impresa era giusto che fossero ammazzate. Nel 1986 Reagan fece bombardare in un’azione punitiva le città di Tripoli e Bengasi, senza chiedersi se le sue bombe avrebbero colpito colpevoli o innocenti.

Nel 1989 il presidente Bush ordinò di portare via da Panama con la forza delle armi il generale Noriega. Migliaia di panamensi innocenti furono uccisi. Ma per il presidente americano ciò non ha comportato la minima macchia, figurarsi un’accusa di omicidio. L’elenco potrebbe continuare a piacere.

Anche solo menzionare la condotta inglese in Irlanda potrebbe sembrare ineducato. Sugli effetti che le armi della Repubblica Federale Tedesca producono tra i curdi della Turchia o tra i neri del Sudafrica si pongono interrogativi retorici, ma nessuno fa la conta dei morti e nessuno chiama per nome i colpevoli.

Parlo solo di paesi che vengono considerati modelli di stato di diritto e ricordo solo alcune delle loro scelte politiche. Ognuno può agevolmente fare un confronto tra queste scelte e quella di erigere un muro al confine tra Patto di Varsavia e NATO.

Non sono io la persona che possa fare un bilancio della storia della RDT. Il momento di farlo non è ancora venuto. Il bilancio sarà tratto in futuro e da altri. Io ho speso la mia esistenza per la RDT. Dal maggio 1971 soprattutto ho avuto una responsabilità rilevante per la sua storia. Io sono perciò parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia.

E tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non e’ stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo e’ possibile e che e’ migliore del capitalismo.

Si è trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e nuove vie.

Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perché noi, voglio dire i responsabili in tutti i paesi socialisti europei, abbiamo commesso errori che potevano essere evitati.

Chi si è impegnato con il proprio lavoro e con la propria vita per la RDT non ha vissuto invano.

Un numero sempre maggiore di persone dell’est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT.

I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato.

I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non c’era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori (cioè dei capitalisti) e che non a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini.

Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godevano nella RDT. Dopo aver conosciuto da vicino le leggi e il diritto della RFT molti diranno, con la signora Bohley, a cui i comunisti non piacciono: «Abbiamo chiesto giustizia. Ci hanno dato un altro Stato». (…)

Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete fare a meno di fare.

(Testo tratto da Movimento per la Pace e il Socialismo – Agenzia di Informazione, anno II n. 4, 28 febbraio 1993.)

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