Quotidiano on-line ®

31.1 C
Rome
lunedì, Giugno 23, 2025
Mastodon

“Non in mio nome”: Brian Eno contro la complicità tecnologica di Microsoft con Israele

www.kulturjam.it è un quotidiano online indipendente completamente autofinanziato. Il nostro lavoro di informazione viene costantemente boicottato dagli algoritmi dei social. Per seguirci senza censure, oltre alla ricerca diretta sul nostro sito, iscrivetevi al nostro canale Telegram o alla newsletter settimanale.

Con una lettera pubblica, Brian Eno – artista e produttore tra i più influenti della musica contemporanea – rompe un silenzio simbolico che durava da trent’anni.

La sua firma è legata a uno dei suoni più iconici dell’era digitale: la breve melodia di avvio di Windows 95. Oggi, quello stesso legame diventa motivo di indignazione.

Eno accusa Microsoft di complicità nelle operazioni militari israeliane a Gaza, documentando le forniture di servizi avanzati – tra cui intelligenza artificiale e infrastrutture cloud – al Ministero della Difesa israeliano.

In un gesto politico e personale insieme, il musicista revoca simbolicamente quel “consenso sonoro” e invita colleghi e cittadini a fare altrettanto.

La sua non è solo una denuncia, ma un appello alla responsabilità etica delle grandi aziende tecnologiche, il cui potere – sostiene – ha ormai superato quello degli Stati. Una voce autorevole che merita ascolto.

“Non in mio nome”, lettera di Brian Eno a Microsoft

A metà degli anni ’90, mi fu chiesto di comporre un breve brano musicale per il sistema operativo Windows 95 di Microsoft. Da allora, milioni – forse addirittura miliardi – di persone hanno ascoltato quel breve suono di avvio, che rappresentava la porta d’accesso a un promettente futuro tecnologico. Accettai volentieri il progetto come una sfida creativa e apprezzai l’interazione con i miei contatti in azienda.

Non avrei mai creduto che la stessa azienda potesse un giorno essere coinvolta nei meccanismi dell’oppressione e della guerra.

Oggi mi sento in dovere di parlare, non come compositore questa volta, ma come cittadino allarmato dal ruolo che Microsoft sta giocando in un genere di composizione molto diverso: uno che porta alla sorveglianza, alla violenza e alla distruzione in Palestina.

In un post sul blog del 15 maggio 2025, Microsoft ha riconosciuto di fornire al Ministero della Difesa israeliano “software, servizi professionali, servizi cloud Azure e servizi di intelligenza artificiale Azure, inclusa la traduzione linguistica”. Ha poi affermato che “è importante riconoscere che Microsoft non ha visibilità su come i clienti utilizzano il nostro software sui propri server o altri dispositivi”.

Questi “servizi” supportano un regime impegnato in azioni descritte da importanti giuristi e organizzazioni per i diritti umani, esperti delle Nazioni Unite e un numero crescente di governi di tutto il mondo come genocide.

La collaborazione tra Microsoft, il governo e l’esercito israeliani non è un segreto e prevede l’utilizzo del software dell’azienda in tecnologie letali con nomi “buffi” come “Dov’è papà?” (sistemi di guida per tracciare i palestinesi al fine di farli saltare in aria nelle loro case).

Vendere e agevolare servizi avanzati di intelligenza artificiale e cloud a un governo impegnato in una sistematica pulizia etnica non è “business as usual”. È complicità. Se si costruiscono consapevolmente sistemi che possono consentire crimini di guerra, si diventa inevitabilmente complici di tali crimini.

Viviamo in un’epoca in cui aziende come Microsoft hanno spesso più influenza dei governi. Credo che da un tale potere derivi un’assoluta responsabilità etica. Di conseguenza, invito Microsoft a sospendere tutti i servizi che supportano operazioni che contribuiscono a violazioni del diritto internazionale.

Il mio nuovo slogan è questo: essere solidali con i coraggiosi lavoratori Microsoft che hanno fatto qualcosa di veramente rivoluzionario e si sono rifiutati di rimanere in silenzio. Rischiano il loro sostentamento per persone che hanno perso e continueranno a perdere la vita.

Invito artisti, tecnologi, musicisti e tutte le persone di coscienza a unirsi a me in questo appello.

Mi impegno inoltre a devolvere il compenso che ho ricevuto originariamente per quella suoneria di Windows 95 alle vittime degli attacchi a Gaza. Se un suono può segnalare un vero cambiamento, che sia questo.

Brian Eno 21 maggio 2025

Sostieni Kulturjam

Kulturjam.it è un quotidiano indipendente senza finanziamenti, completamente gratuito.

I nostri articoli sono gratuiti e lo saranno sempre. Nessun abbonamento.
Se vuoi sostenerci e aiutarci a crescere, nessuna donazione, ma puoi acquistare i nostri gadget.

Sostieni Kulturjam, sostieni l’informazione libera e indipendente.

VAI AL NOSTRO BOOKSTORE

E PER I NOSTRI GADGET CLICCA SUL LINK – https://edizioni.kulturjam.it/negozio/

parole ribelli, menti libere

 

 

Ti potrebbe anche interessare

Seguici sui Social

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Ultimi articoli