Il nuovo capitolo della saga di James Bond è stato girato con la tecnologia IMAX 15/70. Ecco perché è una vera e propria goduria. A prescindere dal fatto che siate fan dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà britannica o meno.
In questo articolo non vi parlerò dei contenuti più o meno artistici del nuovo capitolo della saga di James Bond, 007 No Time to Die.
Né del perché il finale del film è una specie di Grande Reset che darà la libertà alla signora Broccoli di fare un po’ quello che vorrà del futuro della saga.
Niente di tutto questo. E soprattutto niente spoiler. #notimetospolier
Questo è un articolo sulla necessità di riprenderci il piacere della visione in sala cinematografica, allontanandoci – almeno un po’ – dalla bulimia dello streaming.
007 No Time to Die, il film
Dopo una serie di ritardi di produzione (cambi di registi, cambi di sceneggiature, Daniel Craig infortunato, un’esplosione negli studi di Pinewood, ritardi nella distribuzione causa Covid-19), è arrivato il 30 settembre sugli schermi 007 No Time to Die, l’ultimo capitolo della saga di James Bond.
Sulla trama saprete già tutto. Spero che nessuno vi abbia spoilerato il finale. Forse non sapete dell’atmosfera davvero cupa che si respira per tutto il film.
E che è stato girato (in parte) con una tecnologia particolare.
L’IMAX 15/70
40 minuti del film sono stati infatti girati con macchine da presa e pellicola IMAX 15/70.
E quindi il formato definitivo per visualizzare il film deve essere IMAX con un doppio sistema di proiezione laser e uno schermo con proporzioni 1,43.
Il motivo è che per la prima volta per Bond, il regista Cary Fukunaga ha girato 40 minuti del film utilizzando cineprese IMAX da 15/70 mm, come quelle utilizzate dall’appassionato di IMAX Christopher Nolan per film come Dunkerque e Tenet.

Perché solo 40 minuti sono stati girati con questo formato ultra-definito e con spazio visivo più ampio?
L’unico motivo per cui le cineprese IMAX non sono state utilizzate per la maggior parte del film è perché ce ne sono solo otto e all’epoca delle riprese Nolan stava girando Tenet e ne aveva noleggiate la maggior parte.
IMAX 15/70 mm: perché è meglio?
Il vantaggio di 15/70 mm è duplice: il rapporto di aspetto (base / altezza) tipico di questo formato garantisce un’enorme immagine a pieno formato, con informazioni aggiuntive sull’immagine sopra e sotto le aree utilizzate nei film widescreen convenzionali.
Il secondo vantaggio è la qualità dell’immagine, così ricca di dettagli che al momento è il meglio del meglio disponibile. Perfetta per un film di Nolan e perfetta per un film di James Bond.
Però… L’IMAX al cinema potrebbe essere una cosa diversa
I distributori internazionali del film sciaguratamente hanno evitato di produrre pellicole in IMAX 15/70 mm, preferendo l’ormai (ahinoi) tradizionale distribuzione in file digitali.
Tuttavia, la visualizzazione di luoghi dotati di uno schermo IMAX con proporzioni 1,43 e un sistema di proiezione a doppio laser IMAX GT (il singolo laser non ha abbastanza luce per un’immagine a pieno formato 1,43) può mostrare il film esattamente come previsto dal regista.
Ma non è che sale così attrezzate abbondino. Al contrario.
In Italia ce n’è solo una, a Orio al Serio (ecco l’elenco delle sale di tutto il mondo attrezzate con questo sistema di proiezione).
E gli altri cinema che sfoggiano il logo IMAX?
Stanno proiettando 007 No Time to Die in proporzioni 1,90, formato che comunque offre il 26% in più di immagine rispetto ai cinema convenzionali con proporzioni 2,35.
Anche senza IMAX, non è tempo di accontentarsi
Ci sono poi altre tipologie di sale che comunque offrono un’esperienza di visione immersiva e sono targate Dolby Cinema. Si tratta di sale cinematografiche dotate dei sistemi audio e di visione proprietari di Dolby. I proiettori utilizzano un doppio laser Christie 4K, il sistema di proiezione più luminoso in circolazione, persino superiore al sistema IMAX GT. La differenza può essere percepita anche da un occhio distratto, grazie all’HDR i neri sono reali e colori i risaltano.
Quantomeno a Roma, il nuovo film di James Bond si può vedere anche in formato iSense, ovvero con uno schermo molto più grande della media, con proiezione 4K e suono Dolby Atmos.
E il 3D?
Fortunatamente, direi, il formato 3D è andato in disuso, ma – per dovere di cronaca – 007 No Time to Die è stato anche convertito in 3D per quei mercati in cui la richiesta di questo formato è ancora forte, Cina in testa.
Conclusioni
Tornare in sala dopo 18 mesi d’assenza è / era / e continua ad essere un’emozione. Anche per chi – come chi vi scrive – ha in casa ha una sorta di luna park tecnologico.
Compiere tutta una serie di atti di volontà attivi (scegliere il film, scegliere la sala, vestirsi, uscire di casa, trovare parcheggio, scegliere il posto, …) è la complicità necessaria per raggiungere quello stato di sospensione dell’incredulità che è alla base della magia del cinema.
E sia che abbiate scelto la nuova versione di Dune, piuttosto che il nuovo James Bond, o un film d’autore… Poco importa. Ormai siamo tutti stra-smaliziati e la scelta della dotazione tecnica della sala dovrebbe/potrebbe essere parte integrante dell’esperienza di visione, per moltiplicarne il piacere e per fruire dell’opera così com’è stata concepita.
La narrazione sul cinema come piacere di visione collettiva ormai lascia il tempo che trova e – semplicemente – non basta più. Oggi il cinema, se vuole sopravvivere allo streaming, deve in primo luogo essere in grado di regalare un’esperienza, così forte, così intensa da essere impossibile da riprodurre fra le mura domestiche. E per questo serve la tecnologia. Punto. E basta.
Lunga vita all’IMAX e a tutti quei sistemi che ci consentono (ancora ed ancora) di lasciarci stupire, di viaggiare nel tempo e nello spazio, di vivere esperienze straordinarie (degli uomini e delle donne straordinarie che non saremo mai) o che – più difficilmente – parlano di noi / parlano a noi / fotografano la società in cui viviamo (come l’ultimo film di Nanni Moretti).

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