La prima giornata di ritorno del campionato di Serie A passerà alla storia come una delle pagine più grottesche della storia sportiva e politica.
Siamo al tutti contro tutti: la Lega conferma la giornata di campionato, le Ausl intervengono bloccandone almeno la metà, la Serie A ipotizza ricorsi al Tar contro le stessa Ausl e nel mentre assisteremo ad almeno quattro partite con una squadra in campo e una che non si presenterà!
Serie A, Governo e Ausl, la figura grottesca del calcio italiano
Il campionato di calcio italiano è sempre più una farsa e ogni volta ci sorprendiamo su come si riesca a peggiorarne l’immagine ma, evidentemente, non manca la fantasia e la creatività a chi tira le fila.
I numerosi focolai di covid presenti in diverse squadre di Serie A facevano presagire il rischio di rinvio per alcune partite, ma quello che è successo non ha precedenti ed è sfociato nel grottesco.
Sono quattro i match, che si sarebbero dovuti giocare oggi 6 gennaio, rinviati a causa delle decisioni delle Ausl locali: Atalanta-Torino, Salernitana-Venezia, Bologna-Inter e Fiorentina-Udinese. Si giocheranno invece tutte le altre partite, fra cui probabilmemte Juventus-Napoli, che è stata fortemente in sospeso per diverse ore.
In serata si è anche riunito un consiglio straordinario a distanza della Lega Calcio, che ha deciso di non rinviare questa prima giornata del girone di ritorno, rinviando le decisioni alle Aziende Unità Sanitarie Locali.
Inoltre nelle prossime ore verrà stilato un protocollo che stabilirà l’obbligo di giocare con almeno 13 calciatori a disposizione, di cui un portiere, anche prendendo giocatori dalla Primavera. Inoltre, si ricorrerà al Tar contro i provvedimenti delle Asl che non tengono conto delle disposizioni sulle quarantene dello scorso 30 dicembre.
Quasi due anni di esperienza non sono stati sufficienti a studiare una strategia, una legge, una regola per impedire questa tragicommedia. Ogni azienda sanitaria fa ciò che vuole, interpretando situazioni simili all’interno di una squadra in modo differente: così vengono fermate Salernitana e Torino, Udinese e Bologna, ma non il Verona.
C’è poi il caso di Juve-Napoli (ancora!) con il surreale comunicato della Ausl di Napoli che combinato alla circolare del Ministero della salute del 30 dicembre da per risultato che la squadra di Spalletti dovrebbe teoricamente scendere in campo con le mascherine!

Infatti secondo tale disposizione ci sono alcuni soggetti che non devono osservare alcun periodo di quarantena anche se hanno avuto un contatto stretto con un positivo. Tra questi ci sono coloro i quali hanno ricevuto la dose booster, quindi molti dei giocatori del Napoli (ma non Zielinski, Rrahmani e Lobotka, che infatti potrebbero non giocare).
C’è però una condizione da rispettare: i soggetti in questione, quelli che non sono obbligati mettersi in isolamento, devono indossare i dispositivi di sicurezza Ffp2 per almeno 10 giorni.
Decidere di non decidere, aspettare, come fossimo fermi a due anni fa. Il solo punto fermo di questo sistema è quello di non fermarsi. Poi ci sono sempre più arzigogolate prescrizioni, scritte in burocrates per essere interpretate. Ma il calcio non si ferma, almeno nei proclami, per le date che mancano, per gli accordi con gli sponsor, anche se gli stadi sono vuoti, i giocatori in quarantena e il campionato è in visione galeotta su Dazn, nell’attesa del buffering perenne. Un sistema-paese nel pallone.
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