La storia dell’orsa Jj4 può dire molto di un potere che si vuole senza limiti, potere di vita e di morte, che piega il sapere scientifico per i propri scopi, che scientifici non sono.
La vicenda dell’orsa Jj4 è penosa
Le dichiarazioni del presidente della provincia autonoma di Trento Fugatti sono sintomatiche di una classe dirigente confusa, ma attenta a conservare quel po’ di potere che una congiuntura decennale ha consentito a essa di ottenere, con una spiccata tendenza a una retorica stanca, che non copre dei limiti palesi di pensiero politico, se ce n’è, legalista e formalista quando conviene, dai modi però spicci perché ciò è richiesto dallo stile di un’epoca che alla riflessione e all’analisi preferisce la decisione purchessia (ricorda qualcosa?).
La vicenda dell’orsa Jj4 è penosa, da ogni lato la si consideri.
Perché, al di là dello specifico della vicenda, c’è chi ha capito che le sorti degli animali non differiscono dalla nostra e che la presenza dell’uomo ha reso drammaticamente piccolo questo mondo. Se ci salveremo (da noi stessi) sarà solo con gli animali, non contro di loro.
Non è neppure ecologismo, è una semplice considerazione: ciò che le aggressioni all’uomo del mondo animale significano sono un avvertimento che ci riguarda direttamente, ed è rivolto proprio agli uomini, i più pericolosi tra tutti gli animali. Gli animali aggrediscono perché oltrepassiamo i limiti. Il messaggio è chiaro: comprendere l’esistenza di limiti prima di agire. Il principio di precauzione è al cuore della responsabilità verso il mondo animale.
Al contrario, c’è chi ritiene che gli animali continuino a rappresentare una minaccia e che non importa se non riusciamo a comprendere i loro linguaggi e le loro forme di vita, ciò che importa è che vengano costretti in una condizione domestica, da cui non possano fuggire né ribellarsi. Altrimenti, la morte.
Ciò che disturba delle dichiarazioni sulla futura sorte dell’orsa è il disinteresse per l’alterità dell’animale. Esistono uomini che vedono e considerano unicamente loro stessi (e c’è da dubitare che vedano e considerino anche i loro simili): il vivente non è altro che qualcosa su cui esercitare un potere in forma apparentemente legale, ma sostanzialmente arbitraria.
La storia dell’orsa Jj4 può dire molto di un potere che si vuole senza limiti, potere di vita e di morte, che piega il sapere scientifico per i propri scopi, che scientifici non sono.
L’identificazione spontanea con l’orsa, che sta circolando nei social, non è soltanto un moto d’affetto per le sorti dell’animale, è il risultato di una trasposizione che ci fa comprendere che, in fondo, Jj4 siamo proprio noi, resi nudi da poteri che possono decretare, senza fondamento né ragione, i nostri destini.
* Per gentile concessione di Raoul Kirchmayr dalla sua pagina FB
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