Sfruttare i nostri giacimenti di gas per tagliare il prezzo dell’energia in bolletta. È l’idea illustrato dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani nel corso di alcune interviste a proposito dell’impennata dei prezzi. C’è un grosso però…
L’ineffabile Cingolani e la lobby del gas
Il ministro della “finzione ecologica” Roberto Cingolani semplicemente imbroglia, mescola le carte, per rilanciare i progetti della lobby del gas.
Non è vero che aumentando la produzione in Italia diminuiranno le bollette. A beneficiare di nuove estrazioni sarebbero solo le società petrolifere e del gas.
Il ministro dovrebbe sapere che le sciagurate leggi italiane prevedono che, dopo aver pagato una bassissima royalty al momento dell’estrazione, il gas diventi di esclusiva proprietà delle aziende che poi possono tranquillamente rivenderlo al prezzo del mercato internazionale.
L’Italia non ha gli immensi giacimenti della Russia e l’aumento delle estrazioni non avrebbe alcuna incidenza sui prezzi internazionali.
Il problema dell’esplosione delle bollette nasce dal fatto che negli anni ’90 l’Italia e l’Unione Europea hanno deciso di liberalizzare il mercato energetico e di eliminare i poteri regolativi degli stati.
L’aumento delle bollette è uno dei tanti fallimenti delle controriforme neoliberiste volute dal centrosinistra e dal centrodestra a cui solo Rifondazione Comunista si oppose.
Il governo blocchi l’aumento delle bollette con una legge come quella che ha fatto il ministro comunista Alberto Garzon in Spagna, facendo pagare alle società energetiche le fluttuazioni del mercato.
Il ministro dovrebbe impegnarsi nella riduzione delle emissioni climalteranti invece di raccontar balle.
Ps: ma Beppe Grillo ha chiesto scusa per averci rifilato questo ministro?

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