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Il devastante pericolo chiamato Fentanyl: l’epidemia silenziosa tra America ed Europa

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Il Fentanyl, oppioide 100 volte più potente della morfina, ha causato quasi 1 milione di morti per overdose negli USA. Economico, letale e diffuso illegalmente, è ora una minaccia globale. In calo i decessi nel 2024, ma la battaglia è ancora lunga.

Il devastante pericolo chiamato Fentanyl

Il panorama mondiale delle sostanze stupefacenti ha visto emergere negli ultimi anni un protagonista estremamente pericoloso: il Fentanyl. Soprannominato “la droga degli zombie” per i suoi effetti devastanti, questa sostanza ha provocato un’ecatombe negli Stati Uniti, con quasi un milione di vittime per overdose tra la fine degli anni ’90 e il 2022.

Questo oppioide sintetico, creato originariamente come analgesico per il trattamento del dolore intenso, presenta una potenza impressionante: 100 volte superiore alla morfina e 50 volte maggiore rispetto all’eroina.

Il fentanyl trova legittimo impiego medico nel trattamento del dolore oncologico e nell’induzione dell’anestesia, tanto da essere inserito dall’OMS nella lista dei farmaci essenziali. Il suo meccanismo d’azione coinvolge i recettori oppioidi, con un duplice effetto: da un lato attenua la trasmissione del dolore, dall’altro induce uno stato di euforia e rilassamento. Proprio questa seconda proprietà lo rende particolarmente appetibile come sostanza d’abuso.

Ciò che rende il fentanyl estremamente pericoloso però è la facilità con cui può causare overdosi letali. La depressione respiratoria, tipica conseguenza dell’assunzione eccessiva di oppioidi, rappresenta la principale causa di morte. Secondo uno studio del Massachusetts General Hospital, il Fentanyl blocca la respirazione prima ancora che si verifichino altri cambiamenti evidenti o che il soggetto perda coscienza.

Bastano appena 2-3 milligrammi per causare il soffocamento di una persona. Nonostante la diffusione del Fentanyl sia legalmente e rigorosamente controllata, con il farmaco disponibile solo attraverso prescrizione medica e sotto stretto monitoraggio clinico, esiste un fiorente e potente mercato illegale.

Le piattaforme principali per questo commercio sono il dark web e il deep web, dove sofisticati sistemi di occultamento rendono difficile la tracciabilità delle transazioni.

La rapida diffusione del Fentanyl come droga da strada ha diverse spiegazioni: è più economico dell’eroina, più facile da produrre e trasportare, e può essere venduto online. Dal 2015, inoltre, si è osservato un preoccupante aumento del consumo di Fentanyl miscelato con stimolanti come metanfetamina e cocaina, una combinazione che può rendere inefficace il naloxone, l’antidoto standard per le overdosi da oppioidi.

A differenza degli Stati Uniti, fortunatamente l’Europa non sta ancora affrontando un’emergenza di pari dimensioni. In Italia, uno studio condotto dal Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto Mario Negri non ha rilevato tracce significative della sostanza nelle acque reflue di 33 città monitorate. Tuttavia, i segnali d’allarme non mancano. La criminalità organizzata ha fiutato l’enorme potenziale economico: da un chilogrammo di Fentanyl, acquistabile sul mercato criminale per circa 10.000 euro, si possono ricavare un milione di pillole che, vendute a 20 euro ciascuna, genererebbero un profitto di 20 milioni di euro. Nel 2023, Europol e Interpol hanno già individuato circa 400 laboratori clandestini in Europa, alcuni dei quali in territorio italiano.

Data la preoccupante serietà di tale minaccia, la questione è stata addirittura inserita nell’agenda del G7. Inoltre l’Italia partecipa attivamente anche a iniziative internazionali come la Coalizione Globale contro le minacce delle droghe sintetiche e presiede, da dicembre 2022, il Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa per la Cooperazione Internazionale su Droghe e Dipendenze.

Nonostante il quadro drammatico, emergono però alcuni segnali positivi. Per la prima volta dal 2020 infatti, negli Stati Uniti si è registrato un calo significativo dei decessi per overdose: da 114.000 nel 2023 a 87.000 nel 2024, dove le morti legate specificamente al Fentanyl sembrerebbero essere diminuite del 30% in un anno.

Le ragioni di questa leggera ma incoraggiante inversione di tendenza sono probabilmente molteplici: da un lato, i consumatori sembrano aver sviluppato strategie più sicure di assunzione; dall’altro, la maggiore disponibilità di naloxone (Narcan) ha permesso interventi più tempestivi in caso di overdose.

In conclusione, la battaglia contro il Fentanyl è ad oggi tutt’altro che vinta, dato che ci troviamo ancora nel bel mezzo della terza fase di un’emergenza iniziata negli anni ’90, quando la prima ondata fu causata dall’aumento delle prescrizioni di oppioidi farmaceutici, promossi aggressivamente dalle case farmaceutiche e prescritti con eccessiva facilità dai medici.

Si è poi avuto un periodo intermedio con il passaggio all’eroina da parte di pazienti divenuti dipendenti dagli oppioidi da prescrizione, ma impossibilitati a procurarseli legalmente a causa dell’irrigidimento delle normative. Ad oggi, quindi, possiamo ancora osservare la presenza massiccia del Fentanyl (oltre ad altri oppioidi sintetici) nel mercato delle droghe illecite.

Le previsioni formulate nel 2019 da vari scienziati che stimavano 81.700 decessi annuali per overdose da oppioidi negli USA entro il 2025, sono state purtroppo superate dalla realtà già nel 2022, con 81.806 morti.

Tuttavia, il recente calo delle overdosi fatali offre un barlume di speranza nella lotta contro questa devastante epidemia, anche se la battaglia non è ancora vinta. Occorrerà del tempo e ingente impegno a livello mondiale per riuscire a uscirne fuori definitivamente.

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Eugenio Cardi
Eugenio Cardi
Scrittore, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato ad oggi dodici romanzi, pubblicati in Italia e all’estero

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