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Negli ultimi giorni, la situazione nella Striscia di Gaza è persino precipitata, con raid aerei israeliani che hanno devastato interi edifici abitati da famiglie palestinesi sfollate.
Uno degli episodi più gravi si è verificato a Beit Lahiya, dove un raid ha colpito un palazzo di cinque piani uccidendo più di cento persone, inclusi numerosi bambini e famiglie intere che avevano già perso la propria casa a causa dei bombardamenti precedenti.
L’UNICEF ha confermato l’alto numero di vittime tra i minori, denunciando che a Gaza una media di oltre 67 bambini vengono uccisi o feriti ogni giorno.
La guerra di Israele all’UNRWA
Parallelamente, la Knesset ha approvato nuove leggi per limitare le attività dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), ponendo un freno alla già limitata capacità dell’agenzia di fornire aiuti alla popolazione palestinese.
Questo intervento legislativo rappresenta un duro colpo alla distribuzione di cibo, medicine e beni essenziali, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria in corso.
Secondo il capo dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, queste misure rischiano di portare al collasso delle operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, minacciando la sopravvivenza di milioni di palestinesi.
Timide preoccupazioni sollevate persino dagli USA
Di fronte a queste azioni, anche gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione. L’ambasciatrice americana all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha chiesto a Israele di consentire l’ingresso di beni essenziali in tutta Gaza, specialmente nel nord, ma secondo le fonti sul campo ciò non sta avvenendo.
Israele ha sempre mostrato resistenza verso le istituzioni internazionali come l’ONU, a partire dalla risoluzione 181 dell’Assemblea Generale che ne sanciva la legittimità giuridica. Nel corso degli anni, il governo israeliano ha ignorato o violato ripetutamente le risoluzioni successive, compresa la 242, che imponeva il ritiro dai territori occupati.
La recente azione contro l’UNRWA si inserisce in una strategia mirata alla disgregazione del sostegno umanitario ai palestinesi, con accuse che hanno portato alcuni paesi, Italia compresa, a interrompere i finanziamenti all’agenzia in seguito a sospetti, non provati, di legami tra alcuni operatori dell’UNRWA e organizzazioni militanti.
La comunità internazionale guarda con crescente apprensione all’aggravarsi della situazione a Gaza e alle violazioni del diritto umanitario internazionale. Il ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia (ICG) da parte del Sudafrica e la denuncia del procuratore della Corte Penale Internazionale (ICC) riflettono la gravità delle azioni che, a detta di molti esperti, potrebbero configurare veri e propri crimini contro l’umanità.
Ma se il flusso di armi e rifornimenti da parte dell’Occidente continua senza sosta, allora tutto il resto diventa un teatro dell’ipocrisia. C’è qualcuno che vuole fermare veramente Israele?
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