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La scampagnata a Ventotene: tutti insieme appassionatamente

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Scampagnata a Ventotene per celebrare il Manifesto europeo con PD, AVS, Italia Viva e Più Europa, mentre i 5Stelle restano isolati. Fratoianni e Bonelli si allineano ai Dem, ignorando la manifestazione per la pace del 5 aprile. L’obiettivo resta espellere i 5S dal circuito istituzionale.

La scampagnata a Ventotene e il patto elettorale

Il redivivo Roberto Morassut, mai dimenticato assessore all’urbanistica del comune di Roma per le copiose varianti in deroga commissionate dai costruttori più fidati mentre la città svolazzava inebetita tra le notti bianche, organizza una scampagnata domenicale per celebrale in loco quel documento dal taglio squisitamente elitista e antipopolare denominato Manifesto di Ventotene.

Inutile ritornare sulla mediocre capacità cognitiva del popolo della sinistra quando deve fare i conti col significato storico di alcuni avvenimenti. Meglio rassegnarsi. Più significativo il repentino quadro di adesioni a questa gita fuori porta che vorrebbe evocare lo spirito primordiale del mito europeo, alla stregua della Madonna di Civitavecchia.

Accorrono all’invito Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, Più Europa. Calenda, da gran dama qual è, si fa desiderare.

Stupisce, ma non troppo, la celerità con la quale il duo Fratoianni/Bonelli si accoda alle iniziative della destra liberal a guida Partito Democratico e la reticenza con la quale osserva le iniziative politiche dei 5Stelle. Eppure condividono il medesimo gruppo parlamentare a Bruxelles, quello che ieri li ha traghettati in coppia davanti ai cancelli di Mirafiori. Ma in Italia la conversazione langue.

É bene ricordare che nelle ultime due legislature le forze politiche fondatrici della seconda repubblica si sono arrabattate perché i 5Stelle si ritrovassero sempre più isolati politicamente.

Tante le colpe gravi. Aver riacceso uno spirito proporzionalista nel Paese, l’aver fatto esplicito riferimento alle libertà positive e quindi a una statualità opposta a quella neoliberale perché in linea con il dettato costituzionale, l’aver tentato di aggirare i vincoli monetari dell’euro con i crediti fiscali ma soprattutto l’autonomia in politica estera certificata dagli accordi con la Cina per la Via della seta.

Seguendo questa rotta, AVS partecipa, con sospetta negligenza, all’accerchiamento nei confronti di Giuseppe Conte, enfatizzato dai mezzi di comunicazione pronti a organizzare agguati teppistici camuffati da interviste.

La sua contraddizione in termini non produce imbarazzi quando si immola sul palco dei guerrafondai repubblichini chiamati all’adunata di regime ma evita, fingendosi sovrappensiero, di dar manforte alla manifestazione per la pace del 5 aprile. Ignorandola pian piano si svuoterà di entusiasmo. Questo il retropensiero.

Sono i sindaci a correre in soccorso dell’imbarazzo: il 5 aprile si replica la parata di stelle già assoldate a Piazza del Popolo e la si trasporta a Bologna. Caso strano proprio il 5 aprile.

Lì cadranno i veli d’ipocrisia. Quale stratagemma comunicativo adopereranno i volenterosi attivisti della sinistra tanto ammodo, sempre impreziosita e legittimata dalle carezze de “Il Manifesto”, per evitare la piazza di chi vota contro il riarmo e abbracciare quella degli ultrà della guerra totale?

Isolare i 5Stelle ed espellerli dal circuito istituzionale sembra, ancor’oggi, essere il reale mandato politico della legislatura. Motivo per cui è essenziale la partecipazione di tutte le forze sociali e politiche alla manifestazione per la pace del 5 aprile. Ne va dell’ultimo frammento di democrazia sopravvissuto a questi anni di demenza ideologica.

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Ferdinando Pastore
Ferdinando Pastore
"Membro dell'esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista, ha pubblicato numerosi articoli di attualità politica incentrati sulla critica alla globalizzazione dei mercati e sui meccanism di funzionamento dell'Unione Europea. Redattore dell'Interfenreza e editorialista de Il Lavoro"

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