Alzare i tassi d’interesse con la scusante emergenziale è in realtà una scelta dottrinaria, ideologica della BCE, volte a proteggere i profitti dei pochi a scapito di salari e occupazione.
Di Ferdinando Pastore*
La cecità della BCE
La scelta della BCE di alzare i tassi d’interesse non dipende da ottusità, da pressappochismo delle classi dirigenti. L’europeismo procede seguendo linee di indirizzo politico propriamente ideologiche, volte a proteggere i profitti dei ricchi e a scaricare i costi sui salari e sull’occupazione.
Per poterlo fare presenta di volta in volta una scusante emergenziale, ma la direzione è dottrinaria, applica alla lettera precisi imperativi di condotta che i Governi dovranno assumere nella gestione del quadro economico.
Questo tipo di organizzazione è stata pensata in tempi lontani proprio per separare le politiche economiche dalla democrazia. La preoccupazione più impellente per i filosofi di mercato, che scrissero nero su bianco il tipo di attività su cui dovevano assoggettarsi le organizzazioni sovranazionali, era l’emersione della sovranità democratica nel mondo del dopoguerra.
Questo permetteva sia alle masse organizzate sia ai paesi in via di sviluppo di conquistare politiche di piano in un contesto di capitalismo avanzato.

L’europeismo è una delle varianti di quel pensiero economico, sociale e antropologico che agognava il voto ponderato e che riduceva la democrazia allo sviluppo del libero commercio. E che sovrapponeva le condotte umane a quelle di un banco di pesci – nella metafora di Hayek – che reagiscono spontaneamente a stimoli o a ostacoli esterni.
L’ignoranza strutturale dell’essere umano non permette alcuna previsione sul futuro, per questo motivo le politiche protezionistiche o anticicliche corrispondevano a meri vaticini e polverizzavano la civiltà di mercato.
La popolazione subisce inerme, da trent’anni, questa impalcatura ideologica, che è stata immaginata e attuata attraverso passaggi normativi di stampo totalitario.
Sono stati gli stessi liberali a concepire il divorzio tra liberalismo e democrazia.
Quindi chi parla di difesa delle liberaldemocrazie o mente sapendo di mentire o è vittima, suo malgrado, di spicciola propaganda. Involontariamente comica.
* ripreso da Ferdinando Pastore
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