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martedì, Luglio 15, 2025
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Il controllo del mondo nei nuovi settori tecnologici ed economici

Il controllo del mondo sarà dato anche da quello di nuovi settori tecnologici, economici.
Proprio come l’Europa prevalse sul mondo grazie al primato tecnologico; oggi le potenze devono affrontarsi in settori che segneranno il futuro: IA, esplorazione spaziale, criptovalute, gestione dell’ambiente. Centrale l’ultimo.

Il controllo del mondo

Al di là dell’applicazione nella ricerca spaziale, il vero nodo è non finire divorati dallo Sviluppo.
Abbiamo esempi storici di popolazioni divorate dal consumo.

Non parlo solo di cambiamento climatico (reale, ma su cui comodamente si butta tutta l’attenzione), ma di questioni che intaccano qualità della vita e salute: diffusione degli allevamenti (con abuso di antibiotici e conseguenti resistenze batteriche), spopolamento dei mari, estinzione dei grandi mammiferi, distruzione foreste, distruzione della pellicola micotica e microbica che ricopre la crosta terrestre, smaltimento plastica, scorie nucleari…

La Cina investe tanto in questo (lo fa in tutto): energia verde, piante che intrappolino CO2 rapidamente, ecc.

L’Europa fu forte per un periodo su alcuni temi (es. bruchi mangia plastica), poi: crisi, invecchiamento e gregarietá agli USA bloccarono tutto.

L’India è nota per le soluzioni creative (i passeggeri dei treni buttano le tazze di plastica dal finestrino? Facciamo tazze di argilla biodegradabili).

Usa e Russia hanno territori così estesi da preoccuparsi poco (con ampi sbocchi sull’Artico, motivo per cui sono molto pragmatico-cinici – vedi il gruppo “Siberia tropicale”).

Oggi si fa un gran parlare su dove interrare le scorie nucleari a lungo smaltimento (potrebbero fare come noi e buttarli nel Mare davanti la Somalia! È lotta alla pirateria anche quella! Marò e scorie nucleari, ottimo!)

Pensate quanto saranno contenti gli archeologi del futuro: abbiamo lasciato plastica, bottiglie di birra rotte e cumuli di roba nucleare (ma poi in che modo segnaliamo il rischio ai posteri che tra 2000 anni faranno una passeggiata? In che lingua scrivi i segnali di pericolo? Ah, quando uno è lungimirante!).

Il mondo senza rinoceronti, senza foreste, con mari vuoti e pieno di strade: ma vuoi mettere però con il PIL che cresce?

Mi consolano due cose:

– L”Europa è anziana, tra 50 anni, mio figlio e i miei nipoti (ne avrò?) vivranno in un’area post-industriale spopolata, con un po’ di fortuna torneranno i cervi. L’Europa sarà una grande Chernobyl (potrebbe andarci peggio).

– I primi ominidi comparvero sulla Terra 2 milioni di anni fa, da lì fu tutto un correre verso Dante e la bomba H, eros e thanatos.

Vista la velocità e date le distanze temporali, se nella seconda metà dell’Archeano fosse esistita una civiltà tecnologica di qualsiasi tipo, oggi non ne avremmo traccia. Ponti, palazzi, fiat panda, Grande Muraglia, rifiuti: tutto triturato dalla tettonica delle placche, da impatti con asteroidi, glaciazioni, dinosauri, piante, funghi..

Peccato per i lamantini, i rinoceronti, la foresta del Borneo e via così, ma: tutti discendiamo da LUCA (ultimo antenato comune universale) e quando hai degli stronzi per cugini, ti rassegni al destino dignitosamente (sicuramente più di noi).

Uruguay e emigrazione italiana: sogni, speranze e rivoluzioni

 

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Gabriele Germani
Gabriele Germani
Roma, 1986. Laureato in Storia contemporanea e Psicologia, con Master in Geopolitica. Lavora nell’ambito pedagogico-educativo. Si occupa da anni dei rapporti tra il Sud e il Nord del mondo, con le lenti del neo-marxismo, della teoria della dipendenza, del sistema-mondo e dell’Eurasia. Con questa prospettiva ha pubblicato negli anni, alcuni libri e articoli di storia e antropologia, in particolare sull’America Latina. Riferimenti bibliografici: Uruguay e emigrazione italiana: sogni, speranze e rivoluzioni di Gabriele Germani (Autore), Anthology Digital Publishing, 2022. Ha inoltre in pubblicazione con Kulturjam Edizioni: una raccolta di riflessioni su BRICS e mondo multipolare, con introduzione di Gianfranco La Grassa e con Mario Pascale Editore un testo sulla politica estera italiana durante la II Repubblica. Cura un micro-blog sul suo profilo Facebook (a nome “Gabriele Germani”) e un Canale Telegram sempre a nome “Gabriele Germani” (t.me/gabgerma). Dirige inoltre il Podcast “La grande imboscata” su attualità, geopolitica e cultura su varie piattaforme.

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