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Oggi, 26 ottobre. la Georgia si reca alle urne per le elezioni parlamentari, in un momento di cruciale importanza per il futuro del Paese. Dopo le recenti elezioni in Moldavia, che hanno mostrato un Paese diviso tra Est e Ovest, anche la Georgia si trova di fronte a un bivio tra l’adesione all’Unione Europea e un possibile riavvicinamento alla Russia.
Al centro della competizione politica si trova il partito di governo, Sogno Georgiano, guidato dall’ex primo ministro Irakli Gharibashvili e fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili.
Dall’altra parte, la presidente Salome Zourabichvili rappresenta la fazione filo-occidentale, sostenitrice dell’integrazione europea, che lancia allarmi per la democrazia e il rispetto dei diritti umani, appoggiata dalle cancellerie occidentali che vedono in quest’appuntamento un altra occasione di pressione geopolitica per Mosca.
Georgia tra Europa e Caucaso
L’Unione Europea ha ufficialmente riconosciuto la Georgia come Paese candidato a fine 2023, ma il cammino verso l’Europa si sta rivelando difficile.
Le elezioni georgiane assumono quindi un peso simbolico per la posizione del Paese tra Europa e Caucaso, poiché una vittoria di Sogno Georgiano potrebbe significare un allontanamento dai cosiddetti ‘valori europei’.
Questo possibile ritorno in orbita russa il Comando Nato in Europa, che monitora attentamente l’andamento delle elezioni.
Negli ultimi mesi, due leggi controverse hanno caratterizzato il governo di Sogno Georgiano. La prima, la “legge sugli agenti stranieri” approvata a maggio 2024, impone che tutte le organizzazioni, ONG e media georgiani che ricevono oltre il 20% dei loro fondi dall’estero debbano registrarsi e sottoporsi a controlli governativi, sulla falsariga di una normativa simile in vigore in Russia dal 2012. In realtà una stessa legge è in vigore anche negli Stati Uniti e le polemiche sembrano più il frutto di una campagna di destabilizzazione interna alla tensione geopolitica innestata dal conflitto in ucraina.
La seconda legge, approvata ad ottobre, molto più problematica , proibisce la “propaganda delle relazioni omosessuali e dell’incesto,” fondendo in modo controverso il reato universale dell’incesto con le relazioni omosessuali, minando così i diritti della comunità LGBTQ+.
Salome Zourabichvili: la presidente filo-occidentale
Zourabichvili, prima donna a ricoprire la carica di presidente della Georgia, è una convinta sostenitrice dell’adesione del Paese all’Unione Europea. Nonostante in passato fosse sostenuta da Sogno Georgiano, il suo distacco da Gharibashvili e il suo appello per una maggiore integrazione europea l’hanno resa un alleato prezioso per l’opposizione filo-occidentale. Recentemente ha ribadito la sua fiducia nel supporto europeo, dichiarando che l’UE è al fianco della Georgia in questo periodo cruciale.
Politiche economiche e consenso elettorale
Per consolidare il sostegno tra i georgiani, il governo ha lanciato una serie di misure economiche e fiscali, tra cui l’aumento delle pensioni e la riduzione dei tassi d’interesse per oltre 150.000 pensionati.
Queste riforme mirano a garantire un sostegno finanziario ai cittadini più vulnerabili, oltre a sanare le passività fiscali pregresse, provvedimenti che hanno riscosso ampio consenso. A giugno, inoltre, sono state rimosse le sanzioni imposte durante la pandemia per alcune imprese e individui, in una mossa che punta a migliorare la percezione del governo tra gli elettori.
Tensioni nel Caucaso
Anche il quadro geopolitico contribuisce all’incertezza delle elezioni. Il conflitto in Nagorno Karabakh e la guerra in Ucraina, entrambi vicini alla Georgia, hanno spinto Sogno Georgiano verso una politica di neutralità sempre più accentuata.
Queste crisi regionali hanno rafforzato la diffidenza del governo georgiano verso l’Occidente, causando un raffreddamento delle relazioni con Bruxelles.
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