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L’annuncio del Ministro Valditara sulle nuove indicazioni per le discipline umanistiche è allarmante. La visione proposta, intrisa di nazionalismo e fedeltà al “campo occidentale”, esclude le dimensioni storiche del Sud e dell’Oriente, distorcendo la nostra storia. Dobbiamo difendere le nostre radici culturali ed evitare che la scuola diventi veicolo di un’ideologia imperialista.
La scuola della fortezza Occidente
L’annuncio del ministro Valditara riguardo alle nuove indicazioni per le discipline artistiche e umanistiche del primo ciclo dell’istruzione rappresenta un passaggio inquietante nella politica, non solo scolastica, del governo.
Inoltre, il fatto che lo stesso ministro abbia comunicato l’intenzione di intervenire anche sulle indicazioni nazionali per la scuola secondaria non può che accrescere la preoccupazione.
È già stato notato il sapore di “piccolo mondo antico” e rilevate le asfittiche suggestioni nazionaliste di molte delle “novità” annunciate dal ministro sulle pagine amiche del Giornale. A mio avviso, però, la questione più grave sollevata da questa iniziativa governativa non risiede nei singoli mattoni, ma nell’architettura complessiva.
Si tratta di un’architettura esplicitamente permeata dall’ideologia di un “campo occidentale” contrapposto al resto del mondo, a cui il nostro Paese sembra giurare fedeltà eterna, acritica e subalterna.
Si spiegano così anche le inaspettate lodi o, in alcuni casi, l’estrema cautela riservata al progetto di Valditara da giornali e intellettuali del centro-sinistra: basti pensare a Gramellini.
Per questa sponda politico-culturale, infatti, l’affiliazione a NATO, USA e UE sovradetermina qualunque altra esigenza o considerazione.
Che si tratti di questo, nonostante i banali e ripetuti proclami del ministro contro le ideologie, è dimostrato dagli indirizzi imposti alla storia (ma non solo). Essa viene ridotta a una narrazione incapsulata nella dimensione occidentale e sull’asse euroatlantico, tagliando fuori le dimensioni del Sud e dell’Oriente.
Questo approccio produce un’incredibile distorsione della nostra storia reale e impone, sin dalla tenera età, paradigmi incapaci di comprendere il mondo di oggi.
Persino la dimensione fantastica viene mobilitata. Non manca un accenno al valore educativo delle saghe nordiche, quasi a stimolare la nostalgia degli antichi militanti delle organizzazioni giovanili missine, oggi seduti nei banchi del governo.
Tuttavia, l’asso nella manica è la consacrazione della serie di Percy Jackson come romanzo di formazione, con il suo Olimpo trasferito negli Stati Uniti, nuovo centro della civiltà occidentale dopo Grecia e Roma.
Nei prossimi anni sarà fondamentale difendere le radici e le frequentazioni egizie e orientali di divinità, filosofi e poeti greci e latini. Ma soprattutto, sarà essenziale impedire che nella scuola italiana si affermi un’ideologia funzionale all’imperialismo e alla guerra.
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