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Mentre il conflitto in Ucraina prosegue senza segnali di un’imminente risoluzione, il campo di battaglia sta registrando importanti sviluppi. Le forze russe stanno consolidando il loro vantaggio sia nel Donbass che nell’oblast di Kursk, dove le truppe ucraine mostrano segni evidenti di cedimento. Un’avanzata lenta ma costante che rende sempre più difficile, per Kiev, coltivare speranze di ulteriore resistenza nel lungo periodo.
Ucraina in rotta nel Donbass e a Kursk
Le recenti mosse diplomatiche per un cessate il fuoco, fortemente sostenute da Washington, non hanno trovato terreno fertile a Mosca. Il Cremlino, consapevole della sua posizione di forza, ritiene che la proposta ucraina non sia altro che un tentativo di guadagnare tempo per riorganizzare le forze e ricevere nuovi aiuti militari dall’Europa e, potenzialmente, dagli Stati Uniti di Trump.
Il piano negoziato con il supporto del Segretario di Stato USA, Marco Rubio, è stato accolto con scetticismo dal consigliere di Putin, Yuri Ushakov, che ha ribadito la volontà russa di ottenere una soluzione duratura, non una tregua temporanea.
Il britannico Guardian ha riassunto le controdeduzioni russe alla proposta ucraino-americana:
- La Russia cerca un accordo stabile che tenga conto dei suoi interessi;
- Il cessate il fuoco sarebbe solo un vantaggio tattico per Kiev;
- Mosca non accetta soluzioni che siano solo una facciata diplomatica;
- L’adesione dell’Ucraina alla NATO resta fuori discussione;
A complicare ulteriormente la situazione, il Washington Post ha rivelato un presunto piano russo redatto da un think tank vicino all’FSB. Secondo il documento, Mosca respinge qualsiasi accordo rapido come impossibile da realizzare e non prevede una risoluzione del conflitto prima del 2026. Inoltre, insiste sul riconoscimento della sovranità russa sulle aree conquistate e propone la creazione di una zona cuscinetto nel nord-est dell’Ucraina, oltre a una zona demilitarizzata nel sud, vicino alla Crimea.
Mosca dunque attende risposte concrete da Washington ed è forse per mandare un segnale “mediatico” chiaro che Putin è apparso in uniforme, davanti alle telecamere, mentre andava in visita allo Stato Maggiore impegnato nella riconquista dell’oblast’ di Kursk. Obiettivo immediato, dichiarato pubblicamente, completare la liberazione del territorio russo e in seguito istituire “una zona di sicurezza” lungo la frontiera.
Nel frattempo, la diplomazia è in pieno fermento. Il Cremlino ha avviato colloqui con la Casa Bianca, coinvolgendo il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz.
Di fronte a questi sviluppi, Zelensky ha sottolineato la necessità di garantire un cessate il fuoco globale, non solo aereo e marittimo, ma anche terrestre, con il supporto logistico e tecnico degli Stati Uniti.
ll leader ucraino ha ribadito che l’assenza di una risposta chiara da parte russa dimostra la volontà di Mosca di prolungare il conflitto. Tuttavia, è evidente che anche Kiev sta cercando di sfruttare la situazione per ottenere maggiori garanzie dai suoi alleati.
Il destino del conflitto sembra ancora lontano da una soluzione definitiva.
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