Quello che vi dicono: The economist ha nominato l’Italia come paese dell’anno. Quello che non vi dicono: The economist è di proprietà della famiglia Agnelli. E dei Rothschild…
The Economist sull’Italia “paese dell’anno”
Draghi Santo subito, Draghi salvatore della patria, Draghi patriota, Draghi nuovo Avengers: continuano i peana per il premier più sponsorizzato della storia italiana.
Ma le vette di prostrazione mediatica e genuflessioni salmodianti dei media raggiungono ogni giorno nuovi traguardi. Accade così che nel giornata dello sciopero generale -proprio contro il governo di sua eccellenza- il prestigioso (per i tycoon del “mondo di sopra”) settimanale britannico The Economist, proclama l’Italia paese dell’anno.
Una strana coincidenza?

In realtà no. Basterebbe dare tutte le informazioni, ovvero che il primo azionista della testata è la Exor della famiglia Agnelli con il 43,4% . Tra gli azionisti di minoranza sono presenti Rothschild (21%), Cadbury, Schroder e Layton.
Come a dire: “Oste come é il vino?”

La motivazione ufficiale dell’Economist è che l’Italia grazie a sua eccellenza Draghi “è cambiata (…) un premier competente e rispettato a livello internazionale” e non si può negare che “sia migliore di un anno fa”. Tutto questo grazie a “una maggioranza che ha sepolto le divergenze a sostegno di un programma di profonde riforme” in vista dei fondi del Recovery ed un’economia che si sta riprendendo meglio di quelle francesi e tedesche. La rivista però lancia un avvertimento sul “pericolo che questa insolita esplosione di governance possa subire un’inversione” se Draghi andasse al Quirinale, “un incarico più cerimoniale”, lasciando il posto ad un premier “meno competente”.
Traduzione: non vi azzardate a toccare uno dei nostri!
La prossima mossa sarà distribuire The Economist nelle file sempre più lunghe alla Caritas.
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