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La rivista ebraico-statunitense Forward, testata moderata di orientamento progressista molto vicina alle posizioni della vicepresidente Kamala Harris, e dunque molto vicina alle istanze di Israele, ha inviato un suo reporter ad Amsterdam per fare luce sui disordini verificatisi nelle notti di martedì e mercoledì tra gli ultras del Maccabi di Tel Aviv e i supporters dell’Ajax, che a reti unificate in tutta Europa – con l’Italia in prima fila – sono stati descritti come una ‘caccia all’ebreo’ e come ‘pogrom’.
Pogrom ad Amsterdam? Non proprio…
Dopo aver ascoltato le testimonianze di numerosi cittadini e aver indagato sulle dinamiche degli eventi, la rivista ha concluso molto moderatamente -come nella sua linea – che è inappropriato descrivere i fatti come un ‘pogrom’ e sottolinea come la violenza appaia alimentata da una radicalizzazione reciproca tra i gruppi coinvolti.
Inoltre, emerge una varietà di opinioni all’interno della comunità ebraica locale, lontane dalla narrazione univoca proposta dai media e dalla politica, compatta nell’evocare la ‘notte dei cristalli’.
Alcuni testimoni hanno raccontato che gruppi di tifosi del Maccabi Tel Aviv, hanno trascorso le notti compiendo atti vandalici nel centro di Amsterdam. I testimoni riportano che questi gruppi avrebbero scandito slogan razzisti contro gli arabi, oltre ad aver tentato di strappare una bandiera palestinese da un appartamento, arrampicandosi sulla facciata di un edificio. Durante i disordini, sarebbe stato anche aggredito un tassista di origini marocchine.
Jelle Ziljstra, un ebreo olandese e attivo organizzatore della comunità di Amsterdam, ha condiviso su Instagram un post divenuto rapidamente virale. In esso, ha espresso la convinzione che sia possibile riconoscere la complessità dei fatti, sottolineando che “più verità possono esistere contemporaneamente”. Ziljstra ha riportato sia le aggressioni subite dagli israeliani sia le provocazioni dei tifosi che, la sera prima, avevano gridato insulti contro la Palestina.
In particolare gli slogan inneggianti al genocidio a Gaza con cori come: “A Gaza non ci sono più scuole perché non ci sono più bambini”.
In un’intervista, Ziljstra ha precisato: “C’era sicuramente antisemitismo in alcuni degli episodi avvenuti”. Tuttavia, ha aggiunto, “gli ebrei sono stati attaccati per strada? Sì, ma quegli ebrei erano anche hooligan violenti”.
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