Quotidiano on-line ®

20 C
Rome
sabato, Giugno 21, 2025
Mastodon

New York Times ammette l’evidenza: guerra in Ucraina voluta dagli USA contro la Russia

www.kulturjam.it è un quotidiano online indipendente completamente autofinanziato. Il nostro lavoro di informazione viene costantemente boicottato dagli algoritmi dei social. Per seguirci senza censure, oltre alla ricerca diretta sul nostro sito, iscrivetevi al nostro canale Telegram o alla newsletter settimanale.

L’inchiesta del NYT smonta la narrazione ufficiale: Washington ha trasformato l’Ucraina in un laboratorio bellico per colpire Mosca, andando ben oltre il sostegno militare e di intelligence. Una rivelazione che conferma quanto a lungo bollato come “propaganda russa”.

New York Times: guerra per procura su scala globale

Il New York Times rompe il silenzio e ammette apertamente ciò che analisti critici e osservatori indipendenti denunciano da tempo: la guerra in Ucraina non è solo un conflitto difensivo, ma una guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia.

Secondo l’inchiesta pubblicata, il sostegno americano a Kiev ha superato ampiamente la fornitura di armi e l’assistenza strategica. L’Ucraina è diventata l’epicentro di una sfida sistemica fra due potenze globali.

La testata americana inquadra il conflitto come l’ultimo episodio di una lunga serie di guerre per procura tra Washington e Mosca: dal Vietnam negli anni ’60, all’Afghanistan negli anni ’80, fino alla Siria nel XXI secolo. Un parallelo che, pur con evidenti limiti storici e geopolitici, serve a legittimare l’impegno americano nella narrazione ufficiale.

Un esperimento di guerra sul suolo europeo

Uno dei passaggi più controversi dell’articolo definisce il conflitto ucraino come «un grande esperimento di guerra» che ha fornito agli Stati Uniti importanti lezioni per i conflitti del futuro. Un’affermazione che rivela il cinismo strategico di Washington, per la quale il campo di battaglia ucraino ha rappresentato non solo un’occasione per contenere l’avversario russo, ma anche un’opportunità per testare tecnologie, dottrine e capacità operative.

Il tutto, evidentemente, sulle spalle del popolo ucraino, trasformato in soggetto passivo di una guerra altrui, combattuta “fino all’ultimo ucraino”.

Il ruolo diretto di USA e NATO

Stati Uniti e NATO non si sarebbero limitati a fornire supporto militare e intelligence all’Ucraina, ma avrebbero avuto un ruolo operativo diretto nella conduzione della guerra. Washington e l’Alleanza Atlantica avrebbero partecipato non solo alla raccolta delle informazioni strategiche, ma anche all’identificazione e alla selezione dei bersagli, spesso imposti al comando ucraino senza possibilità di verifica autonoma.

L’esercito ucraino, infatti, è privo di capacità satellitari proprie e non ha il controllo sulle traiettorie dei droni e dei missili a lungo raggio, compresi quelli utilizzati per colpire obiettivi in territorio russo, le cui rotte sono state pianificate per eludere le difese russe proprio da parte degli alleati occidentali.

I principali attacchi che hanno avuto rilevanza sia propagandistica sia strategica – dall’affondamento dell’incrociatore Moskva all’esplosione a Sebastopoli, fino alla distruzione del quartier generale della 58ª armata e del deposito di munizioni di Toropets – sono stati tutti frutto diretto dell’azione statunitense.

Dagli Stati Uniti sarebbero giunte non solo le coordinate degli obiettivi, ma anche le modalità tecniche per portare a termine gli attacchi. In molti casi, all’esercito ucraino è spettato unicamente l’atto esecutivo: premere un pulsante, spesso senza conoscere nel dettaglio né la natura del bersaglio né il percorso del missile destinato a colpirlo.

Parziale eccezione è rappresentata dall’attacco alla Moskva, che tuttavia è stato reso possibile grazie alla localizzazione e alla guida da parte di sistemi americani.

Infine, la battaglia di Bakhmut si conferma – come anticipato da alcune analisi – il vero punto di svolta del conflitto, nonché il culmine dell’ostinazione strategica del comando ucraino.

Deciso a resistere ad ogni costo nella speranza di logorare le forze russe e aprirsi la via verso Lugansk (come dichiarato dal generale Syrsky), il comando ha sacrificato risorse umane e materiali preziosi. Tale scelta ha svuotato di efficacia la successiva controffensiva dell’estate 2023, condannandola al fallimento ancor prima che potesse iniziare, indipendentemente dalle sue reali possibilità di successo.

Contrasti interni e fallimento della strategia USA

Il NYT sottolinea anche i crescenti dissapori tra la leadership statunitense e quella ucraina, in particolare sul fronte della conduzione militare. Il report descrive una Kiev sempre più insofferente alle direttive americane, accusata ora, a posteriori, di non aver seguito le indicazioni degli strateghi statunitensi e di aver compromesso i piani iniziali.

Non una parola, però, sui negoziati avviati nei primi mesi del conflitto, né sulle pressioni esercitate da Washington per bloccarli, come testimoniato da molteplici fonti internazionali già dal 2022. L’intento sembra piuttosto quello di costruire un alibi: la sconfitta – se così dovesse essere interpretata l’attuale fase di stallo – sarebbe responsabilità ucraina, non americana.

Narrativa manipolata e precedenti costruiti

L’ammissione implicita che gli Stati Uniti abbiano deliberatamente coinvolto l’Ucraina in una guerra contro la Russia comporta una serie di contraddizioni narrative. Per legittimare l’intervento, è stato necessario costruire un impianto retorico che dipinga Washington come vittima storica dell’espansionismo russo, giustificando così la “risposta” in Ucraina.

Si tratta di un espediente narrativo utile a “normalizzare” un’escalation pericolosissima, che potrebbe condurre a una guerra nucleare, come evidenziano anche analisti su InsideOver.

Un quadro tragico e consapevole

In definitiva, l’inchiesta del NYT – pur costruita su fonti esclusivamente statunitensi e dunque inevitabilmente parziale – rappresenta una svolta. Certifica ciò che molti già sapevano ma che era stato sistematicamente ignorato o deriso dal mainstream: l’Ucraina è stata usata come leva strategica nella contesa fra superpotenze.

La tragedia, però, resta tutta sulle spalle degli ucraini: per Mosca un fronte ostile da neutralizzare, per Washington una pedina da sacrificare. E per entrambi, una popolazione trasformata in strumento.

E mentre le grandi redazioni iniziano – forse – a fare i conti con le proprie omissioni, resta centrale una domanda: quanti altri esperimenti bellici dovranno subire i popoli prima che la verità diventi inaccettabile anche per chi la nega da anni?

Sostieni Kulturjam

Kulturjam.it è un quotidiano indipendente senza finanziamenti, completamente gratuito.

I nostri articoli sono gratuiti e lo saranno sempre. Nessun abbonamento.
Se vuoi sostenerci e aiutarci a crescere, nessuna donazione, ma puoi acquistare i nostri gadget.

Sostieni Kulturjam, sostieni l’informazione libera e indipendente.

VAI AL NOSTRO BOOKSTORE

E PER I NOSTRI GADGET CLICCA SUL LINK – Kulturjam Shop

 

Zela Santi
Zela Santi
Intelligenza Artificiale involontaria. Peso intorno ai 75 kg

Ti potrebbe anche interessare

Seguici sui Social

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Ultimi articoli